“L’idrogeno non salverà il mondo”. Lo afferma Duncan Macleod, vicepresident Hydrogen di Shell. E questa è già una notizia. Non ci sarà una soluzione unica per ridurre le emissioni delle automobili ma diverse alternative: “differenti per tecnologia ma soprattutto per area geografica e per questo non in competizione tra di loro” continua. E’ questo lo scenario futuro, una sorta di “puzzle energetico”, disegnato dai vertici Shell in un incontro a porte chiuse: “Inutile spingere il Brasile verso l’ibrido se ha l’etanolo, così come imporre i biocombustibili in Cina o in alcune aree d’Europa”, afferma Bill Spence vicepresident Future Fuel.
Parlando con un interlocutore, se vogliamo fuori dal coro, si scopre quindi che tutta quella Babele di soluzioni proposte dalle Case automobilistiche (elettrico, ibrido, biocombustibili, ecodiesel, …) non è altro che quello che ci aspetta per il futuro. E questo inizia ad essere chiaro. In questo federalismo dell’energia, però, ci sarà una soluzione principale? Una soluzione sulla quale Shell punta di più? “No - risponde ancora Spence che poi però sussurra: - di certo tra i biocombustibili di seconda generazione, l’idrogeno e il gtl, è su quest’ultimo che ad oggi ci sono i maggiori investimenti di risorse da parte nostra”. Il gtl è l’acronimo di gas to liquid, in parole semplici non è altro che un diesel ricavato dal gas metano. Insomma sarà possibile, ma in realtà lo è già, e questo è il punto di forza, avere il diesel senza più il bisogno del petrolio. Se consideriamo che utilizzando il gtl si riducono le emissioni di Pm10, NOx, HC e CO (ma non di CO2), il cerchio sembra chiudersi “senza però perdere di vista l’aspetto geografico”.
E proprio su questo arriva un’altra sorpresa, questa volta da Mike Copson, global marketing manager dei combustibili del futuro: “Proprio l’Italia potrebbe essere il territorio ideale per il gtl. Questo perché da sempre ha un’elevata percentuale di auto a gasolio, perché ha puntato sul metano (almeno per uso residenziale, ndr) e perché per esempio, è stato il primo paese europeo ad avere miscelato nel nostro diesel speciale (VPower) una piccola quantità di gtl”. Tanto più che poi arriva la confessione sull’idea della compagnia petrolifera anglo olandese: “Realizzare un corridoio europeo del gtl con una rete di distributori partendo da Torino, passando per Milano e la pianura padana per poi salire fino al Belgio”. Il futuro affascina come sempre ma il caro petrolio riporta subito con i piedi per terra: c’è speranza perché si arresti la sua corsa? Difficile dirlo. L’impressione è che il prezzo possa fermarsi ma non scendere. Ci sono troppi segnali negativi in gioco ora. La debolezza del dollaro per esempio: molti paesi produttori tengono alto il prezzo del barile per compensare la svalutazione del dollaro. C’è una forte attività speculativa che punta sul rialzo del prezzo e su questo guadagna cifre enormi. C’è poi la continua crescita della domanda da parte della Cina, che sicuramente non si arresterà. Ma c’è anche un aspetto positivo che in Shell sottolineano: il caro petrolio costringerà tutti ad accelerare sulle tecnologie in grado di sostituirlo, perché a questo punto sarà il mercato a richiederlo e non più la ricerca. Come dire, tanta speranza per il futuro, un po’ meno per il presente.
(da corriere.it)
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2 commenti:
Che grandissima tristezza..
e il metano da dove lo afcciamo?
E tutti gli idioti che stanno correndo a farsi l'auto a metano, quando costerà il doppio della benzina adesso, che se ne fanno delle bombole?
Ma usare la macchina un po' meno non sarebbe una soluzione?
PARLA CON IL TUO VICINO DI CASA, ANDATE A LAVORO ASSIEME!!
Sinceramente le due auto che ho sono entrambe a metano. Se il prezzo dovesse raddoppiare sarebbe un bel problema. Concordo nella possibilità di un minore utilizzo.
Grazie dell'attenzione
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