sabato 31 maggio 2008

FREQUENZE TV, IL CONSIGLIO DI STATO: "APPLICARE LA SENTENZA UE SU EUROPA 7" RESPINTO IL RICORSO MEDIASET

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in appello proposto da Rti (Mediaset) contro Centro Europa 7 per l'annullamento della sentenza del Tar del Lazio del 16 settembre 2004 «ritenendo la persistenza del dovere del Ministero di rideterminarsi motivatamente sull'istanza di Centro Europa intesa alla attribuzione delle frequenze di cui al decreto ministeriale 28 luglio 1999, anche in applicazione della sentenza della Corte di giustizia del 31 gennaio 2008». Dunque, il Consiglio di Stato richiama esplicitamente la sentenza della Corte europea secondo la quale le norme italiane sulle frequenze non rispettano le direttive comunitarie, non rispettano il principio della libera prestazione dei servizi e non seguono criteri di selezione obiettivi. La sentenza Ue riconosceva ad Europa 7 (emittente che nel 1999 vinse il bando di gara per una concessione tv) il diritto ad avere le frequenze per trasmettere, ritenendo illegittimo il lungo periodo transitorio di cui ha sinora beneficiato Rete 4.

In sostanza, i giudici di Palazzo Spada sottolineano che non possono imporre all'amministrazione la distribuzione delle frequenze, ma che tuttavia il Ministero deve pronunciarsi nuovamente sull'istanza di Europa 7. La questione, quindi, torna al ministero che deve riprendere in esame la vicenda e «rideterminarsi motivatamente». Sul risarcimento danni - Europa 7 aveva chiesto poco più di 2 miliardi di euro nel caso in cui avesse ottenuto le frequenze, oppure 3 miliardi in caso di mancata assegnazione delle frequenze stesse - il Consiglio di Stato si è riservato invece di pronunciarsi successivamente. La Suprema magistratura amministrativa ha anche respinto il ricorso di Europa 7 per l'annullamento della sentenza del Tar con la quale era stato dichiarato inammissibile e irricevibile il ricorso dell'emittente relativo all'abilitazione di Rete 4. Di fatto, quindi, Rete 4 è legittimata - per il momento - a proseguire l'attività di radio diffusione televisiva in ambito nazionale.

(DA CORRIERE.IT)

Purtroppo ora la decisione spetta al governo. Mai il conflitto d'interessi è stato così evidente. Per il momento comunque non cambia nulla....

INTERVISTA ALCOLICA ALL'UOMO CHE HA CONFESSATO IL RAID AL PIGNETO (SATIRA)

Stavolta ho voluto seguire la moda del momento e così sono andato ad intervistare Dario Chianelli, l'uomo che ha confessato di aver compiuto il raid al quartiere Pigneto di Roma.
Premetto che l'intervista mi è costata 3.000 eur, cifra richiestami anticipatamente e pacatamente dal suo agente, ma credo che ne sia valsa la pena.
Il colloquio è avvenuto in un bar romano dopo tre bottiglie di vodka e due di vino.
Ecco la trascrizione dell'incontro tradotta in italiano per una migliore comprensione.

- Com'è nata l'idea del raid punitivo?
Ma niente, tutto è nato dall'offerta di un mio vecchio amico al quale non ho potuto dire di no.

- Che tipo di offerta?
50.000 euro in contanti.

- Chi sarebbe questo amico?
Questo non lo posso dire, è un uomo potente.

- Quindi mi confermi che sei stato pagato per compiere il raid?
Si.

- E quindi il furto del portafogli non c'entra nulla?
No, non c'entra niente.

- Mi chiedo come mai poi hai deciso di confessare, potevi benissimo non dire niente.
E' venuto fuori che era stato un raid fascista e non volevo che ci andassero di mezzo degli innocenti. E poi anche la confessione faceva parte della strategia. Sarei diventato la star del giorno e così è stato. Giornali e televisioni fanno la fila per intervistarmi.

- Quindi niente raid di matrice politica.
Assolutamente no. Ripeto per l'ennesima volta che io non sono nè di destra nè di sinistra, ma per i grandi uomini.

- Che Guevara (gli dico indicando il tatuaggio che ha sul braccio)
Macchè! Il tatuaggio l'ho fatto una settimana fa su consiglio del mio amico. Per grandi uomini intendo Hitler e Mussolini, ma anche Stalin e Lenin, persone che hanno cambiato il mondo.

Nel frattempo entra nel bar l'on.Gasparri, i due si salutano e si abbracciano affettuosamente.
Quando rimaniamo soli Dario mi sussurra all'orecchio:"è lui il mio vecchio amico..."

Commento:
Come si dice, in vino veritas....
Mi scuso con l'on.Gasparri ma quando ho sentito alla radio l'intervista di Dario Chianelli ho creduto che stavano intervistando lui.

venerdì 30 maggio 2008

AMAZZONIA, SCOPERTA TRIBU' DI UOMINI ROSSI. "SONO MINACCIATI DA INDUSTRIA MINERARIA"

Una delle ultime tribù indigene del Sudamerica, ancora isolata dal resto del mondo, è stata fotografata da un aereo in una remota zona della selva amazzonica, al confine tra Brasile e Perù.

La spedizione era finanziata dal governo dello Stato brasiliano di Acre e l'agenzia governativa che difende i diritti degli indios in Brasile, il Funai, ha detto che le foto sono state scattate e divulgate per dimostrare l'esistenza della comunità e impedire che l'industria mineraria illegale distrugga il loro territorio. L'organizzatore della missione e coordinatore del Fronte della Protezione Ambientale del Funai, Josè Carlos dos Reis Meirelles, ha spiegato che le foto dimostrano che «i meccanismi per proteggere queste popolazioni non sono serviti». Il gruppo è probabilmente il più numeroso di quattro tribù isolate che ancora rimangono ad Acre e di cui era documentata la presenza dal 1910. Secondo 'Survival International', un'organizzazione che si batte per i diritti degli indios, sono circa 40, in Brasile, i gruppi indigeni che ancora non hanno stabilito contatti con il mondo esterno. Ma si calcola che le tribù che non hanno mai o quasi mai avuto contatti con la civiltà siano un centinaio in tutto il mondo.

Di solito formate da poche persone (quasi mai oltre il centinaio), queste tribù vivono nei luoghi più remoti della terra, in regione inesplorate, in cui la civiltà non è riuscita ad arrivare: isole sperdute o nel cuore delle selve vergini di Sudamerica, Asia e Oceania. Oltre la metà sono concentrate in Brasile e Perù. Sono le popolazioni più minacciate del pianeta, messe a rischio dall'industria mineraria e da quella del legname che disbosca i territori dove abitano, spesso decimate da un contatto anche fugace con gli estranei: malattie innocue per gli occidentali risultano completamente nuove e quindi letali per loro. «Malanni facilmente curabili per noi, per loro sono fatali - spiega Fiona Watson, di 'Survival international' -. E queste popolazioni sono uniche: una volta sparite, lo saranno per sempre». «Quel che sta accadendo in questa regione è un crimine enorme contro la natura, le tribù, la fauna e non è altro che la testimonianza dell'assoluta irrazionalità con cui noi, i 'civilizzati', trattiamo il mondo» aggiunge Josè Carlos dos Reis Meirelles. Secondo lui le comunità fotografate sono minacciate dall'attività mineraria: «Tutta l'illegalità che si può immaginare accade nell'Amazzonia peruviana. Dal lato brasiliano, la gente riesce a vivere isolata e a evitare invasioni».

(da corriere.it)

Un vero e proprio crimine contro la natura e la popolazione.

giovedì 29 maggio 2008

LIBRI, "SPAZZANAPOLI": UN'INCHIESTA SULLA CAMPANIA DEI RIFIUTI

Si chiama “Spazzanapoli” il libro edito da Leconte a cura di Enzo Angelini, Giorgio De Gennaro e Roberto Santoro. Se il libro-inchiesta di Roberto Saviano, “Gomorra”, dal quale è stato tratto il film di Matteo Garrone vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 2008 era divenuto in poco tempo un caso letterario, ecco un’altra impegnata azione al servizio della verità, questa volta sull'emergenza rifiuti, ma sempre sulla Campania di oggi, un piccolo libro di racconti che muove da domande inquietanti, del tipo: Napoli pattumiera d'Italia?

Una città, una regione dove nascondere la coscienza sporca di una nazione intera? Gli autori hanno dai trenta ai cinquanta anni: alcuni sono giornalisti pubblicisti (Enzo Angelini, Luca Laurenzano, Sergio Nazzaro, Roberto Santoro); uno è un ricercatore su temi come gli stupefacenti e l'immigrazione (Luca Borello), un altro insegna materie umanistiche. Con la scacchiera dei loro scritti svelano il volto umano quanto sconosciuto di un disastro economico, ambientale e politico che ha la forza di una metafora. Sono storie di un sud consumato da speculazioni e compromessi nei racconti lancinanti di uomini non illustri, quella maggioranza silenziosa che la spazzatura non la racconta, la vive. Dall'affarista che nel degrado si arricchisce, alla bambina che muore di immondizia, fino al poveraccio che protegge il colluso e finisce per credergli. E in appendice tutte le promesse di politici diversi ma con la medesima demagogia: una cronistoria che parte dal 1994, quando il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi nomina il primo commissario straordinario con poteri speciali, Guido Improta, per contrastare le ecomafie e la gestione politico - clientelare della immondizia.

(da ansa.it)


Un libro da leggere per capire il perchè della situazione che si è venuta a creare in Campania.

LETTERA DI SILVIO BERLUSCONI AI DEPUTATI ASSENTEISTI

COME PROMESSO PUBBLICO LA LETTERA INVIATA DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AGLI OLTRE 100 DEPUTATI ASSENTI ALLA CAMERA NELLA GIORNATA DEL 27 MAGGIO. LA LETTERA ERA STATA ANNUNCIATA CON UN COMUNICATO DURISSIMO DAL NOME "TOLLERANZA ZERO CONTRO I DEPUTATI ASSENTEISTI" NEL QUALE SI ANNUNCIAVA CHE SAREBBERO STATI PRESI DEI PROVVEDIMENTI STRAORDINARI.

Lettera su carta intestata della presidenza del consiglio

CARI ONOREVOLI,

VISTI I GRAVISSIMI FATTI VERIFICATESI MARTEDI SCORSO ALLA CAMERA,

VISTO IL RAPPORTO DEI SERVIZI SEGRETI SULLE CAUSE DELLE ASSENZE,

HO DECISO DI SCRIVERVI QUESTE RIGHE AL FINE DI EVITARE CHE TALI FATTI SI VERIFICHINO ANCORA IN FUTURO.

SUL FATTO CHE IL 60% DEGLI ASSENTI FOSSE DAVANTI ALLA CAMERA D'ALBERGO DELLA MIA CARA MARA, E' EVIDENTE CHE SI SIA TRATTATO DI UNO SPIACEVOLE EQUIVOCO.
COMUNQUE HO L'ONORE DI ANNUNCIARE CHE DAL PROSSIMO MESE DI GIUGNO ALMENO UNA VOLTA AL MESE UNA SEDUTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI SI SVOLGERA' NELLA CAMERA DELLA MIA CARA AMICA MARA CHE SI E' DETTA ENTUSIASTA E FELICE DELLA MIA DECISIONE.

SUL FATTO CHE IL 30% DEGLI ASSENTI SIA STATO SORPRESO NEI BAGNI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI MENTRE SVOLGEVA PRATICHE AUTOEROTICHE, POSSO AFFERMARE CON ASSOLUTA CERTEZZA (AVENDO GIA AVUTO UN COLLOQUIO CON IL CARDINAL BAGNASCO) CHE NON CI SARANNO CONSEGUENZE NE' PENALI NE' MORALI IN QUANTO TUTTI STAVANO GUARDANDO FOTO DELLA MIA CARA AMICA MARA E NON DI EQUIVOCI ESPONENTI DEL REGIME A ME AVVERSO (CITO AD ESEMPIO R.BINDI,L.TURCO O PEGGIO ANCORA LUXURIA,SIRCANA).

SUL FATTO CHE ALCUNI DEPUTATI FOSSERO AL CINEMA A VEDERE UNO DEI PIU' RIUSCITI FILM DEL GRANDE REGISTA TINTO BRASS (FILM CHE VEDEVA TRA I PROTAGONISTI LA MIA CARA AMICA E VOSTRA COLLEGA FIORELLA) DEVO RIVELARE CHE ERANO STATI INVIATI DA ME PERSONALMENTE.
DOVEVA RIMANERE UNA SORPRESA MA POSSO ANNUNCIARE DA SUBITO CHE, NELL'AMPIO PROGETTO DEL NOSTRO AMICO ALEMANNO DI MODIFICARE PROFONDAMENTE LA TOPONOMASTICA DEL COMUNE DI ROMA CON L'INSERIMENTO DI NUOVE VIE DEDICATE AD ALTI STATISTI DEL NOSTRO RECENTE PASSATO (IL MIO CARO AMICO BETTINO,ALMIRANTE,BERLINGUER,FANFANI), SI STA VAGLIANDO LA POSSIBILITA' DI INSERIRE ANCHE VIE DEDICATE A GRANDI PERSONAGGI DEL MONDO DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO (TRA CUI PROPRIO TINTO BRASS,MA ANCHE IL MIO CARO AMICO MARIANO APICELLA,L'AMICO DI TUTTI NOI MIKE BONGIORNO E MOLTI ALTRI).

SUL FATTO CHE ALCUNI DEPUTATI SIANO STATI SORPRESI IN COMPAGNIA DI HOSTESS DELL'ALITALIA LEGATE TRA LORO CON DELLE CORDE, POSSO AFFERMARE CON ASSOLUTA TRANQUILLITA' CHE, DIETRO MIA RICHIESTA, STAVANO "ESPLORANDO" LA POSSIBILITA' DI CREARE UNA CORDATA ITALIANA VOLTA ALL'ACQUISIZIONE DELLA NOSTRA COMPAGNIA DI BANDIERA.

SUL FATTO CHE ALCUNI DEPUTATI ASSENTI SI ERANO ATTARDATI NELLA LETTURA MATTUTINA DELLE POESIE DEL NOSTRO CARO AMICO BONDI, HO GIA' PARLATO CON ENRICO ESORTANDOLO A SCRIVERE COMPONIMENTI PIU' BREVI.
ANNUNCIO COMUNQUE FIN D'ORA CHE TUTTI GLI SCRITTI DEL NOSTRO MINISTRO DELLA CULTURA SARANNO PRESTO PUBBLICATI ED IL VOLUME SARA' INSERITO TRA I LIBRI DI TESTO DELLE SCUOLE SECONDARIE A PARTIRE DAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO.

CONCLUDO INVITANDOVI IL PROSSIMO WEEKEND NELLA MIA UMILE CASA IN SARDEGNA PER DISCUTERE E RISOLVERE I TANTI E GRAVI PROBLEMI DELLA NOSTRA E CARA ITALIA, IN PRIMIS LA LEGGE PER IL SALVATAGGIO DI RETE 4.


Commento.
Spero che vi piaccia la seconda puntata della satira sulla politica italiana.
Vi ricordo che la prima puntata è stata pubblicata ieri.

Chissà se nella realtà i molteplici annunci del presidente del consiglio avranno un seguito o resteranno parole nel vento.Fin'ora, a parte il completamento dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa, i fatti tardano ad arrivare. Mi riferisco in particolare alla famosa "cordata italaina" e alla tanto santificata "tolleranza zero".

mercoledì 28 maggio 2008

ECCO DOV'ERANO I DEPUTATI DEL PDL ASSENTI IERI ALLA CAMERA

IN SEGUITO ALLE NUMEROSE ASSENZE TRA I BANCHI DELLA MAGGIORANZA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI HA INCARICATO I SERVIZI SEGRETI DI SVOLGERE UN'ATTENTA E RAPIDA INDAGINE SULL'ACCADUTO.

IN ESCLUSIVA PUBBLICO AMPI STRALCI DEL RAPPORTO INFORMALE DEI SERVIZI.

omissis

GRAZIE ALL'UTILIZZO DI SOFISTICATI STRUMENTI TECNOLOGICI E DOPO UN'INTENSA ATTIVITA' DI INTELLIGENCE,ELENCHIAMO DI SEGUITO LE ATTIVITA' SVOLTE DAGLI ONOREVOLI ASSENTI AL MOMENTO DELLA VOTAZIONE.

-IL 60% E' STATO RINTRACCIATO DAVANTI ALLA CAMERA D'ALBERGO DELL'ONOREVOLE NONCHE' MINISTRO DELL'ATTUALE GOVERNO DOTT.SSA MARA CARFAGNA. DOPO UN'ATTENTA RICOSTRUZIONE SEMBRA CHE LA DOTT.SSA CARFAGNA, AL TERMINE DI UNA RIUNIONE DI PARTITO ABBIA DETTO "CI VEDIAMO ALLA CAMERA". E' EVIDENTE CHE LE SUE PAROLE SONO STATE MAL INTERPRETATE DALLA MAGGIORANZA DEI DEPUTATI PRESENTI.

-IL 30% E' STATO SORPRESO NEI BAGNI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI MENTRE SVOLGEVA "PRATICHE AUTOEROTICHE" SFOGLIANDO I PRINCIPALI GIORNALI STRANIERI E GUARDANDO IN PARTICOLARE LE FOTO DELLA DOTT.SSA CARFAGNA. NON SONO STATI TROVATI GIORNALI ITALIANI CHE COM'E' NOTO SONO VIETATI IN QUANTO DI PROPRIETA' DI PERICOLOSI IMPRENDITORI COMUNISTI LEGATI AL PASSATO REGIME.

-IL 5% ERA IN UN NOTO CINEMA ROMANO DOVE VENIVA PROIETTATO UN FILM DEL REGISTA TINTO BRASS CON PROTAGONISTA LA PORNOSTAR FIORELLA CECCACCI RUBINO, LA QUALE E' RISULTATA POI ESSERE UN MEMBRO DELL'ATTUALE PARLAMENTO.

-IL 3% ERA IN UN ALBERGO IN COMPAGNIA DI ALCUNE RAGAZZE CHE DOPO I CONTROLLI DI RITO SONO RISULTATE ESSERE HOSTESS DELL'ALITALIA. UNO DEI PRESENTI, INTERROGATO CIRCA IL RINVENIMENTO NELLA STANZA DI UNA NOTEVOLE QUANTITA' DI DROGA NONCHE' DI MODELLINI DI AEREI DI CHIARA FORMA FALLICA, HA DICHIARATO "STAVAMO SOLO CERCANDO DI CONSOLARE LE POVERE RAGAZZE IN VISTA DI UN LORO PROBABILE LICENZIAMENTO E DI VALUTARE LA POSSIBILITA' DI TROVARE LORO UNA NUOVA OCCUPAZIONE VISTE LE LORO INDUBBIE QUALITA'". NESSUNO DEI PRESENTI HA DATO SPIEGAZIONI SUL FATTO CHE ALCUNE HOSTESS FOSSERO LEGATE TRA DI LORO CON DELLE CORDE. SI PRESUME CHE STESSERO PRATICANDO UNA NUOVA TECNICA SADOMASO DETTA "CORDATA ITALIANA".

-IL RESTANTE 2%, RINTRACCIATO NELLE PROPRIE ABITAZIONI, HA DICHIARATO DI ESSERSI ATTARDATO NELLA LETTURA MATTUTINA DELLE POESIE DEL MINISTRO BONDI E CHE NON SI ERA ACCORTO DELL'ORA ORMAI TARDA, TANTO ERA IMMERSO NELLA LETTURA.

omissis

Commento.
Spero vi faccia sorridere questa mia ricostruzione fantascientifica, ma a volte la realta supera la fantasia.
Vi do' appuntamento alla prossima puntata con la pubblicazione dei provvedimenti punitivi adottati dal presidente del consiglio.

martedì 27 maggio 2008

ENERGIA SOLARE, UNA VALIDA ALTERNATIVA AL NUCLEARE

Un team di ricercatori dell’Università di Tecnologia di Delft (Olanda) e della Foundation for Fundamental Research on Matter hanno utilizzato nanocristalli come semiconduttori, approdando a una significativa scoperta: la capacità di produzione di energia delle celle solari con l’uso di questi semiconduttori viene triplicata.

Lo studio verrà pubblicato sulla rivista Nano Letter e subito dopo inizieranno le prime sperimentazioni.Ora viene finalmente dimostrata la validità dell’effetto moltiplicatore di questo materiale, anche se si tratta di un’incidenza inferiore a quella ipotizzata.

Pannelli costosissimi per produrre relativamente poca energia: questo è uno dei mali dell’energia solare, ritornata più che mai in auge in tempi di crisi energetica.

(DA CORRIERE.IT)

Purtroppo in Italia siamo anni luce indietro:
1- si è annunciata la riapertura delle centrali nucleari,
2- Veronesi e Rubbia dibattono sulla quarta generazione dell’energia all’uranio
Mentre è silenzio assoluto sulle alternative possibili.
Perchè l’energia pulita che ci regala il Sole non viene sfruttata a dovere?Dall’Olanda potrebbe arrivare una piccola rivoluzione.

lunedì 26 maggio 2008

RAID ANTI-IMMIGRATI CORTEO AL PIGNETO

«Solidarietà agli immigrati colpiti dal razzismo» e «Destra e sinistra, chi caccia gli stranieri sempre è fascista». Sono queste le scritte degli striscioni che hanno aperto un corteo di solidarietà verso gli immigrati vittime del raid razzista avvenuto sabato scorso nel quartiere. La manifestazione è stata organizzata dalla Comunità bengalese e da movimenti di immigrati e di sinistra.

Alla manifestazione, secondo gli organizzatori, hanno partecipato circa un migliaio di persone: il corteo si è snodato per le vie del quartiere, partendo dall'area pedonale di via del Pigneto per percorrere via Pesaro, via Prenestina e via Macerata, passando davanti ai tre negozi di asiatici devastati nel raid di sabato. I membri della Comunità bengalese presenti al corteo hanno ribadito: «Siamo contro il razzismo, non ci interessa la politica, siamo qui per lavorare».


(da corriere.it)

Solidarietà agli immigrati che lavorano onestamente.

Dalla mafia devota, ai rapporti con i terroristi, ai costi del Vaticano.

Si parla di Chiesa. Quella che passò attraverso gli anni di piombo. Quella del sequestro Moro e della dissociazione. La Chiesa e Cosa Nostra, la mafia devota e la religione "capovolta". Ed ancora Chiesa e pedofilia, una delle pagine più nere della storia. E i conti in tasca al Vaticano per capire quanto ci costa la Santa Sede.

I costi della Chiesa. Da una serie di articoli a firma di Curzio Maltese su Repubblica, nasce La Questua. Quanto costa la Chiesa agli italiani (Feltrinelli, 14 euro). Qualche cifra per capire. Un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille. 650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione. 700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità. 250 milioni per il finanziamento dei Grandi Eventi. Mittente lo Stato italiano, destinatario la Chiesa cattolica. Senza contare vantaggi fiscali come il mancato incasso dell'lci. il totale si aggira sui 4 miliardi di euro. Una somma che solo per un quinto viene destinata a interventi di carità e di assistenza sociale.

La mafia devota. Sembrano mondi lontanissimi. Eppure tra mafia e religione, c'è un legame tutt'altro che tenue. Basta leggere La mafia devota di Alessandra Dino (Editori Laterza, 295 pagine, 16 euro) per rendersene conto. Per capire quante volte la mafia ha utilizzato e ancora utilizza simboli cattolici per legittimarsi e autoassolversi. Quasi che esistesse un Dio "privato" con cui negoziare "la salvezza della propria anima. Una sorta di religione "capovolta", insomma. A cui, troppo spesso, la Chiesa risponde con sottovalutazione o limitando il problema ad un concetto di religiosità intimistico nel quale il mafioso è visto solo come "pecorella smarrita". Perché c'è il Dio di padre Puglisi ucciso dalla mafia nel '93, ma anche la Chiesa che modifica il tragitto della processione di sant'Agata a Catania per arrivare sotto il balcone del mafioso uscito di prigione e rendergli omaggio. Un'ibridazione, come la chiama la Dino che, dopo aver parlato con molti sacerdoti siciliani. Ci sono parroci che "auspicano un intervento della Chiesa "in sinergia con lo Stato", quelli che riducono il problema ad un concetto di religiosità intimistico e quelli, e sono la maggioranza degli intervistati, che non vedono la presenza mafiosa sul territorio come una minaccia diretta per la Chiesa. Alcuni segnali vanno, fortunatamente, in controtendenza. Ma una pronuncia chiara e diretta delle alte sfere ecclesiastiche, ancora stenta ad arrivare.

Chiesa e terrorismo. Per quelli che scelsero la lotta armata Camillo Torres, il prete guerrigliero, fu un punto di riferimento. Così come molti terroristi si formarono in ambienti cattolici, quelli più sensibili ai temi della giustizia sociale. Una "vicinanza" che trovò conferme durante i sequestri Sossi e Moro e nella scelta di Prima Linea che consegnò le armi alla Curia di Milano. Per chiudere con gli ex terroristi impegnati nel volontariato cattolico. Si chiama Parole, opere e confessioni. La Chiesa nell'Italia degli anni di piombo il libro di Anna Valle (Rizzoli, 262 pagine, 17 euro), un viaggio-inchiesta sul ruolo della Chiesa in una delle pagine più cupe della storia contemporanea. Dagli inizi, quando alcuni ragazzi "cresciuti negli oratori" decisero che l'unica strada possibile per cambiare le cose era la lotta armata. "Mi sono chiesto tante volte i messaggi che abbiamo dato - dice Don Ciotti nel libro - se e come aiutavamo la gente a saldare la terra con il cielo". Poi c'è la vicenda Moro. La Chiesa che fa, o vorrebbe fare di tutto per salvare lo statista e quella che ferma ogni nuovo tentativo. Poi arriva il tempo della sconfitta del terrorismo. Il carcere, la dissociazione, il reinserimento nella società. E ancora una volta il ruolo importante della Chiesa. Quasi a chiudere un cerchio iniziato anni prima in tranquilli oratori di provincia.

Chiesa e Pedofila. Il più orrendo dei crimini. L'ombra peggiore sulla Chiesa. I silenzi, il dolore, le reticenze. Le parole delle vittime. Due dati, tra gli altri, che si possono leggere in Viaggio nel silenzio di Vania Lucia Gaito (Edizioni Chiarelettere, 273 pagine, 13 euro): in Italia i casi noti di pedofilia clericale sono una cinquantina ma le segnalazioni molte di più. L'elenco dei sacerdoti condannati per pedofilia è disponibile. Nel libro vengono ricostruiti episodi e si fanno nomi e cognomi. Ma quel che si vuol capire è il perché. Partendo dall'educazione nei seminari. Ne viene fuori un quadro allarmante: la mancanza di uno sviluppo psico-sessuale normale può spiegare la tendenza alla pedofilia. Le diocesi americane, dopo lo scandalo che le ha investite, hanno chiuso i seminari minori. In Italia continuano a essercene più di 100. E la testimonianza dell'ex sacerdote Alessandro Pasquinelli (che patteggia e sconta ingiustamente una condanna per pedofilia) accende i riflettori sul problema: "Ho l'impressione che nei seminari ci fosse una percentuale di omosessuali molto alta. È capitato anche a me di ricevere proposte".

(da repubblica.it)

Veramente incredibile quello che si può leggere in questi libri. Argomenti come il costo della Chiesa per lo stato, i rapporti tra mafia e religione, tra Chiesa e terrorismo, tra Chiesa e pedofilia. Con questo non voglio dire che tutto nella Chiesa sia marcio ma ci vorrebbe un maggiore dibattito su queste cose.

domenica 25 maggio 2008

I TRE LIBRI DENUNCIA DI TRAVAGLIO,RIZZO-STELLA E SAVIANO I PIU' LETTI QUESTA SETTIMANA.

Tre libri di denuncia i più letti di questa settimana: "Se li conosci li eviti" di Marco Travaglio. "La deriva" di Rizzo e Stella e "Gomorra" di Saviano

Al primo posto tra i libri più venduti questa settimana entra direttamente in prima posizione "Se li conosci li eviti" una nuova indagine sui politici italiani a cura di Marco Travaglio. "La deriva" dei giornalisti Stella e Rizzo scende al secondo posto. Mentre al terzo posto risale la classifica "Gomorra" di Saviano.

Faletti con "Pochi inutili nascondigli" scende, ma rimane in quarta posizione. Mentre entra in quinta posizione il nuovo romanzo di John Grisham "L'ultima sentenza". La storia del topo metropolitano "Firmino" di Sam Savage è al sesto posto, e "La solitudine dei numeri primi" romanzo d'esordio di Giordano conquista questa settiama la settima posizione. All'ottava posizione ancora una volta troviamo Muriel Barbey con "L'eleganza del riccio" e alla nona in discesa dalla terza posizione il saggio "L'uomo che non credeva in Dio" di Eugenio Scalfari. Alla decima posizione torna in classifica Nich Horby con il suo "Tutto per una ragazza".


Se li conosci li eviti
Marco TRAVAGLIO
Edizioni CHIARELETTERE


La deriva
Gian Antonio STELLA; Sergio RIZZO
Edizioni RIZZOLI


Gomorra
Roberto SAVIANO
Edizioni MONDADORI


Pochi inutili nascondigli
Giorgio FALETTI
Edizioni BALDINI CASTOLDI


Ultima sentenza
John GRISHAM
MONDADORI


Firmino
Sam SAVAGE
Edizioni EINAUDI


La solitudine dei numeri primi
Paolo GIORDANO
Edizioni MONDADORI

8 °
L'eleganza del riccio
Muriel BARBEY
Edizioni E/O


L'uomo che non credeva in Dio
Eugenio SCALFARI
Edizioni EINAUDI

10°
Tutto per una ragazza
Nick HORNBY
Edizione GUANDA


(da ticinonews.ch fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 24 maggio)

sabato 24 maggio 2008

IL PARLAMENTO DELL'IMPUNITA'

Luigi Grillo, senatore del Pdl, è stato rinviato a giudizio in merito alla mancata scalata alla banca Antonveneta insieme a altre 17 persone. Tra queste compaiono l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e l’ex amministratore della Banca Popolare di Lodi Giampiero Fiorani.

Le vicende giudiziarie di Luigi Grillo erano già note prima delle elezioni e la sua candidatura può essere letta come un tentativo di sottrarsi a un’eventuale condanna grazie all’immunità parlamentare. Luigi Grillo è stato anche nominato presidente della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato.

L’attuale legge elettorale ha consentito a molti personaggi implicati in processi, anche di mafia, di trovare riparo in Parlamento per tutta la durata della legislatura. I cittadini non hanno potuto scegliere e i segretari di partito hanno scelto per loro e mandato alla Camera e al Senato decine di pregiudicati, condannati in primo e secondo grado e inquisiti.

Non si possono chiedere ai cittadini, in particolare a quelli campani, sacrifici in nome del ripristino della legalità se chi li rappresenta è costantemente implicato in vicende giudiziarie. Spero che il senatore Luigi Grillo rinunci spontaneamente all’immunità fino a quando la sua posizione non sarà chiarita e che i partiti si diano al più presto un codice etico interno per evitare candidature di chi ha pendenze giudiziarie, in attesa di una nuova legge elettorale che restituisca agli elettori la scelta del candidato.

(da antoniodipietro.com)

VELOCITA' E COCAINA,LE NOTTI SENZA LIMITI DI ROMA

«Esistono due Rome, lo prova questa tragedia. C’è una Roma in cui gira molta cocaina, eccitata al punto da far crollare ogni freno inibitorio, che obbedisce a un sentire comune: vivere male i limiti al desiderio di agitazione. Ed è quella del ragazzo alla guida della Mercedes. Poi c’è una Roma appassionata dei grandi eventi di cinema e teatro e magari frequenta l’Auditorium o fa parte delle masse pacifiche che popolano le serate collettive. Ed è la Roma della ragazza morta, della sua famiglia che ne dona gli organi....». Giancarlo De Cataldo, magistrato, sceneggiatore e romanziere vive a Roma da 34 anni (la Capitale è lo sfondo per esempio di best seller come Romanzo criminale, Nelle mani giuste, Teneri assassini). E ha un’idea molto precisa della città.

Parliamo di questa «doppia Roma », De Cataldo...
«Da un anno assistiamo a un fenomeno stranissimo. Quella stessa Roma che prima era una città invidiata nel mondo, ora sembra una Beirut sotto i bombardamenti. Effetti di una propaganda ingiustificata. La verità è che Roma, come tante città, ha molti problemi. Per esempio la cocaina che gira».

Perché attribuisce a quella sostanza tanto peso sociale?
«Perché ne gira tanta, a basso costo, quindi diventa un fenomeno trasversale. Ed è assurdo che ci si preoccupi tanto di qualche canna fumata nei licei mentre non si arriva a una adeguata condanna collettiva della vera droga di oggi, quella dell’efficienza, della velocità, del sesso facile. Come ho detto: della fine dei freni inibitori. Attenzione: non è solo un fenomeno romano. Ma qui parliamo di Roma...».

Lei ha descritto un «sentire comune » molto pericoloso. Quale?
«La Roma impermeabile alla cultura, mugugna sul traffico e risolve il problema comprando il macchinone o il Suv che, direbbe Freud, sembra il prolungamento del proprio fallo. Non è solo noia. Proprio l’assenza della condanna sociale porta a sentirsi incoraggiati a seguire modelli precisi suggeriti dal "sentire comune". Rivestire i panni del giustiziere della notte, per esempio. Il voler avere ragione sempre e comunque. O mettersi a correre come un pazzo di notte».

L’identikit del ragazzo al volante è perfetto: senza patente, ultras del calcio ma col divieto di frequentare gli stadi...
«Troppo facile tranciare giudizi su una singola persona. E sarebbe riduttivo. Insisto. Qui c’è un problema sociale sul cattivo controllo degli impulsi alimentato da una "cultura" che è esattamente l’opposto del permissivismo. Abbiamo una società ufficialmente repressiva e proibizionista. Poi c’è un consenso "culturale" per la tolleranza verso queste trasgressioni, come il fenomeno dello schizzato al volante che poi ti ammazza due ragazzi tranquilli, non si ferma ».

Vorrebbe dare qualche consiglio al nuovo sindaco Alemanno per affrontare questa situazione della doppia Roma?
«Non offro consigli alla politica. Da magistrato applico la legge. Da scrittore osservo la mia città e la racconto».

Cosa può accadere in prospettiva a Roma?
«Vedo un pericolo molto serio e concreto. Che la Roma cupa prenda il sopravvento sull’altra. Che cioè si torni alla situazione precedente al 1977 quando l’Estate Romana di Renato Nicolini felicemente ruppe la cappa di paura e di silenzio che gravava su una città dilaniata dagli anni di piombo. A prescindere da chi governa Roma e al riparo da ogni retorica, credo si debba ritrovare l’orgoglio di essere cittadini romani e tutelare questo patrimonio culturale. Altrimenti l’orgoglio può tristemente declinarsi in depressione».

(da corriere.it)

venerdì 23 maggio 2008

"SENZA ME E IL MIO BLOG OBAMA NON SAREBBE DOV'E'"

«L’origine di tutti i mali, in America come in Europa è la par condicio che dopo l’11 settembre accorda un identico microfono alle idee più disparate, anche se spregevoli». Parla Arianna Huffington, fondatrice dell’Huffington Post, «il blog più influente al mondo», secondo il Guardian, con 10 milioni di visitatori al mese e profitti annui di 7,5 milioni di dollari (nono è Beppe Grillo, che la Huffington però ignora). «I media dipingono il mondo come una lotta tra destra e sinistra invece che tra giusto e sbagliato », teorizza la columnist di origine greca, straricca dopo il divorzio dal congressman milionario e bisex Michael Huffington, un repubblicano conservatore come lo era lei prima della «conversione liberal», alla fine degli anni ’90. Nel suo dodicesimo e ultimo libro La destra è sbagliata: come la frangia dei folli ha dirottato l’America e fatto a pezzi la Costituzione rendendoci tutti meno sicuri se la prende con star del giornalismo quali Tim Russert, Bill Kristol, David Brooks e Judith Miller.

Perché?
«Perché non dovrebbero accordare pari spazio ai due lati opposti di un argomento, quando la verità è sempre da una sola parte. È come applicare la par condicio al nazismo o ai negazionisti dell’Olocausto».

Ma la libertà di parola è il caposaldo della Costituzione.
«Strumentalizzato dalla destra per combattere sui media la sua guerra contro la scienza e la realtà, dall’effetto serra alla ricerca sulle staminali alla guerra in Iraq».

Di chi è la colpa?
«La Casa Bianca ha fatto un ottimo lavoro nel criminalizzare gli "antipatrioti" che non vanno d’accordo con lei. Veri colpevoli sono i media che per preservare l’accesso a palazzo, sono diventati stenografi del potere».

È l’espressione usata da Christopher Hitchens per descrivere Bob Woodward.
«Purtroppo l’ex eroe del Watergate è diventato l’utile idiota del giornalismo americano. Alla vigilia della guerra in Iraq, pur essendo l’unico con accesso totale a Bush, non è riuscito a vedere ciò che gli passava sotto al naso. È accecato dal potere e gli interessa di più descrivere gli orpelli della scrivania presidenziale che dissotterrare scandali».

Altri giornalisti cattivi?
«Ann Coulter: l’equivalente ultraconservatore del crack. I suoi deliranti insulti ti provocano uno sballo temporaneo ma quando l’effetto finisce precipiti in una spirale di vergogna e rimorso e hai l’anima avvelenata».

La misoginia contro Hillary Clinton: mito o realtà?
«Le donne hanno sempre più grane degli uomini. Per quanto mi riguarda ho appena scritto un editoriale dove la lodo per aver cambiato per sempre la gara presidenziale, con la sua candidatura competente e disciplinata».

Perché allora le preferisce Barack Obama?
«Perché sarebbe un nuovo capitolo per la politica Usa. Il "fattore Michelle" creato dalla destra e riproposto dai media per intorbidire le acque non esiste».

Ha esitato prima di pubblicare lo scoop sul discorso sulla razza di Obama che ha cambiato la dinamica della corsa?
«Un sito giornalistico deve offrire la verità, anche se fa male. Altrimenti saremmo un organo di partito».

E John McCain?
«Ex eroe di guerra, ex riformatore ed ex leader. Ero una sua fan sfegatata ma oggi ha venduto l’anima al demone della destra».

Dicono che il suo sito deciderà l’esito delle elezioni.
«Barack Obama non sarebbe dov’è senza Internet e in buona parte senza di noi. Me ne compiaccio».

(da corriere.it)

giovedì 22 maggio 2008

LETTERA-POESIA A SAMUELE LORENZI

CARO SAMUELE TORNA DA NOI
DICCI CHI E' IL COLPEVOLE
E POI
TORNA TRA LE NUVOLE

BASTA SOLO UN MINUTO
UN SOLO NOME, UNA SOLA VERITA'
POI VESPA RESTERA' MUTO
E DI DISTURBARTI FINIRA'

mercoledì 21 maggio 2008

I BAMBINI MILIONARI DI COSA NOSTRA

Per non destare sospetti, avrebbero intestato beni mobili e immobili riconducibili a Cosa nostra a due bambini di 4 e 9 anni, ma non è servito per evitare il sequestro del patrimonio.

Sono così stati posti i sigilli, dalla Polizia di Palermo, a beni per un valore complessivo di 19 milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche un complesso residenziale, composto da una villa e due unità abitative, che risultano intestati proprio ai due bimbi. Il provvedimento riguarda Vincenzo Cancemi, 54 anni, indicato come vicino alle cosche mafiose, e ai suoi familiari.

Tra i beni sequestrati, perchè considerati provento di attività illecite, vi sono aziende che operano nel settore edile, complessi residenziali, fabbricati, appartamenti, appezzamenti di terreno, beni mobili e conti correnti bancari.

(DA LA STAMPA.IT)

'NDRANGHETA: FATTURATO DI 44 MILIARDI

Alla 'ndrangheta dovrebbero assegnare un paio di commissari europei e alcuni seggi al Parlamento di Strasburgo. Il fatturato 2007 delle cosche calabresi è infatti stimabile intorno a 44 miliardi di euro, cioè pari a quello di due nazioni dell'Unione europea messe insieme: Estonia e Slovenia. Oppure, se vogliamo restare in ambito nazionale, pari al 2,9% del prodotto interno lordo italiano. Sono i dati che emergono dal Dossier 'ndrangheta 2008 realizzato dall'Eurispes che ha mappato 131 cosche attive nella regione: 73 in provincia di Reggio Calabria, 21 a Catanzaro, 17 a Cosenza, 13 a Crotone e 7 a Vibo Valentia.

DROGA - Il 62% del giro d'affari delle 'ndrine è ricavato dal traffico di droga. Secondo l'Eurispes la 'ndrangheta in questo campo si comporta come le migliori aziende: ottimizzando sforzi e rischi ha diminuito il costo degli approvvigionamenti della droga, in particolare della cocaina dal Sudamerica, eliminando gli intermediari tramite il contatto diretto con i cartelli colombiani.

ALTRI AFFARI - Tra appalti pubblici e compartecipazioni in imprese di tutti i tipi la 'ndrangheta ricava ulteriori 5,7 miliardi, dall'estorsione e dall'usura 5 miliardi, quasi 3 dal traffico di armi e altrettanti dalla prostituzione.

OMICIDI E CONFISCHE - Tra il 1999 e il 2008 in Calabria si sono verificati 202 omicidi di 'ndrangheta con un incremento del 667%. Tra il 1992 e il 2007 sono stati sequestrati e confiscati beni pari a 231 milioni di euro. Nel solo 2006 la 'ndrangheta si è vista sequestrare 562 appartamenti, 363 terreni, 122 locali, 46 tra capannoni e altri immobili, 35 imprese individuali, 9 Sas, 9 Srl, 5 Snc e una Spa. Dal 1991 al 2007 sono state sciolte per infiltrazioni mafiose 38 amministrazioni comunali calabresi. Tra il '99 e il 2004 sono state denunciate in Calabria 3.201 persone per associazione a delinquere di tipo mafioso.

CONTRASTI - Il 10% delle intercettazioni telefoniche dell'intera Italia vengono effettuate nella sola provincia di Reggio Calabria. Ma solo il 6,7% dei calabresi vorrebbe l'esercito a presidiare il territorio. Alla domanda su quali siano le principali cause della diffusione della criminalità organizzata, il 40,4% ha risposto «le pene poco severe» e «le scarcerazioni facili», per il 28,8% «l'insufficiente presenza delle istituzioni dello Stato», per il 9% «la mancanza di una cultura della legalità».

(da corriere.it)

martedì 20 maggio 2008

STOP AI NUMERI DEL PORNO:" MA LE TRUFFE NON SONO FINITE"

«Le truffe e i raggiri via telefono sono di gran lunga i problemi di cui gli utenti si lamentano di più e, in assoluto, la maggioranza delle proteste che giungono alle associazioni dei consumatori», dice Paolo Landi, presidente di Adiconsum.

Cosa ne pensa, Landi, di questa decisione dell’Autorità garante delle comunicazioni?
«E’ evidente che l’Autorità ha fatto benissimo a mettere uno stop a questo andazzo, perché per gli utenti era difficile perfino fare denunce e contestazioni, in quanto molti degli operatori coinvolti in questo traffico discutibile operavano all’estero, fuori dai confini sia italiani che europei e perseguirli era diventato difficilissimo».

Adesso cosa cambia?
«Intanto le cose erano già, in parte cambiate dal primo aprile: da quella data infatti, l’utente aveva la possibilità di richiedere al gestore (cioè a Telecom, Infostrada o quello che fosse) un “pin” di accesso ai numeri che immettevano ai servizi a valore aggiunto. Per i genitori, per esempio, era una garanzia rispetto a eventuali intemperanze telefoniche dei figli. E questo era già molto. Ora l’Autorità ha ribaltato la questione: nessuno di questi numeri può essere raggiunto se non attraverso una specifica autorizzazione da richiedere da parte dell’utente».

Fine delle truffe telefoniche?
«Ci andrei piano. l’Autorità ha mantenuto la possibilità di accesso ad un certo gruppo di numeri a finalità sociale. Ecco: questa è la classica fenditura che può diventare crepa. C’è il rischio, cioè, che lavorando su questa gamma di numeri si possano reinserire degli operatori in cerca di business facile. Insomma chi è uscito dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra, se non si vigila costantemente».

Che cosa deve fare il consumatore per mettersi a riparo da questi fenomeni?
«Intanto deve controllare bene la bolletta telefonica. Di una grande somma ci accorgiamo subito, ma di un piccolo prelievo no, e lì si insinua l’insidia. Poi bisogna contestare la cosa al gestore: esistono già precedenti in questo senso, e bisogna rifiutarsi di pagare il servizio aggiuntivo non richiesto. In genere questa pratica è un po’ lunga e approda ad un contenzioso. Se, comunque, in questo modo non se ne viene a capo bisogna fare denuncia alla polizia postale: il modulo è scaricabile anche dal nostro sito Adiconsum. Chi - infine - anche dopo queste misure di cautela non riuscisse ad ottenere ragione, deve chiamare una delle associazioni dei consumatori».

(da lastampa.it)

DOMANI IL PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI(OVVERO LA SOLUZIONE DI TUTTI I PROBLEMI ITALIANI)

IL GRANDE GIORNO E' ARRIVATO
DA DOMANI TUTTO SARA' SISTEMATO

LA SPAZZATURA
NON FARA' PIU' PAURA

ANCHE I TRENI IN RITARDO
SARANNO UN LONTANO RICORDO

CI SARA' TOLLERANZA ZERO
MA SOLO PER IL ROM ED IL NERO

PECCATO CHE ALLA FINE IL PACCHETTO SICUREZZA
ALLA CAMORRA FARA' SOLO UNA CAREZZA

p.s. Prendersela con i pesci piccoli può anche essere un buon inizio (magari con meno annunci e più fatti), ma le grandi organizzazioni criminali quando le combattiamo?

lunedì 19 maggio 2008

CANNES: MARCIA PACIFISTA IN FAVORE DEI MONACI BIRMANI

Non solo cinena a Cannes. Questo pomeriggio si e' tenuta una marcia a favore della Birmania, devastata dal ciclone Nargis e gia' provata dalla rivolta pacifica, e spenta nel sangue, dei monaci. Alla manifestazione pacifista ha partecipato anche l'attrice e cantante francese Jane Birkin. Con lei monaci buddisti birmani, ma anche preti cattolici e protestanti. Intanto gli Stati Uniti hanno fatto sapere che si 'riserveranno di decidere' sulla propria partecipazione alla conferenza indetta dall'Onu a Rongoon per raccogliere fondi a favore del paese.

(DA LA STAMPA.IT)

POESIA EROTICA ED IRONICA(SU CALDEROLI,ICI,PORNO DEPUTATE,FESTINI A LUCI ROSSE,CARFAGNA,ZAPATERO)

CALDEROLI DOVE SEI MENTRE TREMONTI TOGLIE L'ICI
LA TASSA PIU' FEDERALISTA
PER ACCONTENTARE GLI AMICI
INSERITI IN FONDO ALLA LISTA?

ANCHE TU AL BANCONE DEL FORNO
A COMPRARE LA CROSTATA
PER LA MERENDA CON LA PORNO
DEPUTATA?

OPPURE SEI DA VELTRONI
A CHIEDERE LE LUCI ROSSE
PER IL FESTINO CON BERLUSCONI
PRIMA DI STUDIARE LE PROSSIME MOSSE?

INTANTO LA CARFAGNA ANDRA'
DA ZAPATERO
A CONVINCERLO DELLA BONTA'
DELLA TOLLERANZA ZERO

E LUI ALLA FINE DELL'INCONTRO
DOPO UN LUNGO SCONTRO
SUL PIANO POLITICO
CHIUDENDO L'INCIDENTE DIPLOMATICO

DICHIARERA'
"ANCHE LE ITALIANE SANNO FAR BENE LE SPAGNOLE"
E PACE SARA'
ALLA LUCE DEL SOLE

domenica 18 maggio 2008

BIBIANA AIDO, MINISTRO SPAGNOLO DELL'UGUAGLIANZA:"BERLUSCONI?GLI PAGO IO UNO PSICHIATRA.MA SERVIREBBERO MOLTE SEDUTE

Prosegue la polemica tra Italia e Spagna, alimentata dalle dichiarazioni di alcuni ministri spagnoli. «Silvio Berlusconi avrebbe bisogno di uno psichiatra», ha detto Bibiana Aido, ministro spagnola dell’Uguaglianza, riferendosi alle dichiarazioni dell'allora candidato premier dopo la formazione del secondo governo Zapatero, secondo Berlusconi «troppo rosa» e per questo «difficile da gestire».

Aido, una delle nove donne su 17 ministri del governo spagnolo, lo ha dichiarato nel corso di un'intervista al quotidiano El Pais, aggiungendo che essere disposta a pagare di persona uno psichiatra per Berluscon, «anche se non so se sarebbe efficace, servirebbero molte sedute». La Aido prima di essere nominata ministro ha diretto l'Agenzia andalusa per lo sviluppo del flamenco.

(da corriere.it)

TANTE SEDIE VUOTE PER IL FILM CHE DOVREBBE RISVEGLIARE LE COSCIENZE CONTRO IL CRIMINE

Perché Umberto Bossi non ha mai minacciato di rivolgere i suoi fantomatici fucili leghisti contro i Kalashnikov della camorra? Perché sempre contro «Roma ladrona», contro la sinistra statalista?

Contro la «canaglia immigrata» e mai contro le organizzazioni criminali autoctone che affliggono l’Italia?

La domanda mi assilla per buona parte della visione di Gomorra. L’interrogativo rimbalza come un’eco cavernosa in un’enorme sala quasi completamente vuota. E’ sabato pomeriggio di un fine settimana piovoso eppure saremo al massimo trenta o quaranta a vedere il superbo film che Matteo Garrone ha tratto dal libro di Roberto Saviano. Le altre mille poltroncine rosse sono rimaste vacanti. La passione civile per la piaga camorristica pare essersi arrestata al di sotto della Linea Gotica. La gente dell’hinterland milanese sembra accendersi per altro, per l’Inter che si gioca il campionato, per il federalismo fiscale o per i campi nomadi da sgomberare. Oggi il film verrà proiettato in concorso al festival di Cannes, preceduto dall’aura del capolavoro, ma io lo vedo in un multiplex alla periferia Nord di Milano - zona Bicocca -, diciotto sale inglobate in un mastodontico centro commerciale dove trascorre il suo intero weekend il nuovo proletariato suburbano, i figli adolescenti di ciò che un tempo furono le borgate, gli uomini e le donne di ciò che un tempo fu la classe operaia e le non-persone della nuova massiccia immigrazione. Proprio di fronte allo shopping center, a fare memoria, sorge la torre delle scomparse acciaierie Breda. Muta, solitaria, inconsolabile, più che rammentargliela, sembra voler rinfacciare all’edificio simbolo del nuovo proletariato la storia cancellata di quello vecchio.

Siamo nei giorni in cui il risentimento del Nord, dopo aver covato sordo per anni, dopo essersi fatto forza di protesta sociale implosiva, dopo esser giunto a conquistare il palazzo di un troppo lungo inverno della politica, arriva infine a esplodere in forme aperte di intolleranza sociale. Mentre mi scorrono davanti agli occhi queste immagini di assoluta maestria formale - ogni inquadratura un dipinto, ogni angolo di ripresa un inappellabile giudizio sul mondo - nella mente mi riecheggiano i proclami con i quali si plaude agli assalti ai campi nomadi. Com’è possibile, mi chiedo, che i nuovi leader dei ceti popolari settentrionali chiamino allo stesso tipo di aggressione compiuta nei giorni scorsi nel Napoletano dai camorristi (con i quali, è bene sottolinearlo, non hanno niente a che fare sul piano sociale, culturale, antropologico)? Com’è possibile che genti tanto diverse si trovino sulla stessa linea d’azione? Non dovrebbero stare uno contro l’altro, muoversi guerra? «Finalmente! Era ora!». Questo l’unico commento che uno degli spettatori a me vicini si lascia sfuggire quando, dopo quasi due ore di proiezione, per la prima volta si vede la polizia intervenire tra le «vele» di Scampia, la più grande centrale di spaccio d’Europa. E, allora, perché non organizzare ronde anti-camorra? Il comprensibile risentimento del Nord, della mia gente impaurita, sradicata, operosa, se proprio deve trovare un canale di sfogo, un nemico altro da sé, perché non lo trova nelle varie piovre che allungano i loro tentacoli a soffocare l’intero Paese? Sarà forse perché, come mostra il film, anche un certo Nord ha lucrato sul degrado di un certo Sud? No. E’ una risposta emotiva, troppo parzialmente vera per essere convincente. La stragrande maggioranza degli elettori leghisti o forzisti del Nord non hanno nessuna connivenza con quei sistemi criminali.

Una prima risposta la trovo uscendo dalla sala: la risposta è il centro commerciale. Chi vive in queste cattedrali sorrette dall’aria condizionata, nelle quali ogni gerarchia, ogni ordine, ogni ipotesi di senso è sostituita dall’accumulo di merci, ogni identità dalla proliferazione di marchi, ogni materialità dal profluvio di immagini, chi vive qui non sa più misurarsi con la sovranità agita, con la drastica decisione politica. I leghisti tutto sommato sono gente mite, la loro aggressività è teatro mediatico. In questo microcosmo commerciale dove le merci si cumulano proprio come le scorie si cumulano nelle discariche abusive mostrateci dal film, in questo junkspace impolitico la facoltà critica di muovere guerra al proprio vero nemico è rimossa in nome del comfort e del piacere. Nessuna guerra alla camorra proverrà mai da qui. Il Paese è spaccato tra chi la violenza la compie o la subisce e chi la sta a guardare sullo schermo.

Ed è a causa di questa inerzia antropologica nei confronti della sopraffazione che l’Italia è spaccata, non tra destra e sinistra, non tra Nord e Sud, non tra italiani e immigrati, ma tra Paese legale e Paese criminale, tra chi infligge la crudeltà e chi la patisce. Una faglia sismica che spacca in profondità la terra sotto i nostri piedi lungo una linea dai bordi incerti e frastagliati ma comunque intrisi di sangue.

Grazie alla sua impagabile capacità di de-epicizzare la violenza criminale, Gomorra di Matteo Garrone potrebbe essere per la mia generazione ciò che Roma città aperta fu per quella dell’immediato dopoguerra. Temo purtroppo che non lo sarà: questo nostro Paese dilaniato non sembra più pronto a combattere la sua guerra contro il suo vero nemico.

Lo scrivemmo quando Roberto Saviano venne messo sotto scorta e lo riscriviamo ora: finché l’Italia non avrà combattuto e vinto i poteri criminali rimarrà una democrazia incompiuta.

ANTONIO SCURATI

(da la stampa.it)

Concordo dalla prima all'ultima riga.

sabato 17 maggio 2008

10.000 IN CORTEO A VERONA PER RICORDARE NICOLA

E' partito dalla stazione Porta Nuova di Verona il corteo, «Per sconfiggere l'intolleranza, il razzismo», indetto dall'Assemblea cittadina per ricordare l'uccisione di Nicola Tommasoli. E' aperto dallo striscione: «Nicola è ognuno di noi», ed è composto innanzitutto da realtà cittadine, centri sociali, associazioni, singoli cittadini, seguiti da alcune organizzazioni di immigrati, dai collettivi universitari, Anpi, Arcigay e Arcilesbica, Emergency e chiuso dalle forze politiche, Rinfondazione Comunista, Pdci, Sinistra Democratica, Sinistra Critica.

Una manifestazione che chiede a chi amministra la città, di non minimizzare le aggressioni e le violenze che avvengono in città, derubricandole a semplici liti o zuffe. Si denuncia il fatto che enti pubblici abbiano finanziato e patrocinato iniziative culturali e politiche di destra; si chiedono le dimissioni della Giunta veronese e del sindaco Flavio Tosi. I megafoni scandiscono: «Verona ha bisogno di pace, di comunicazione tra le persone, questa manifestazione serve a svegliare una città che troppe volte ha girato la testa, prendiamo la parola per una Verona libera dalla paura e dai fascismi, esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata».

Nei pressi di Porta Leoni, dove Nicola è stato aggredito, il corteo si è fermato: fermi gli slogan e la musica per osservare un minuto di silenzio. La manifestazione riparte alla volta di piazza Dante. Vengono distribuiti volantini con la lista delle aggressioni avvenute in città dal 2001 ad oggi, e l'appello lanciato dai genitori di Nicola contro la violenza, che dice:«Esortiamo giovani e studenti a non ascoltare le sirene che predicano i non valori, come prevaricazione e violenza» e continua «Vita vuol dire sacrificio per arrivare alla convivenza civile con l'altro anche se sconosciuto, bisognoso e straniero, solo così il nostro amato Nicola non sarà morto invano».

Anche il questore della città, Vincenzo Stigone, ha ricordato Nicola intervenendo oggi alla cerimonia per il 156esimo anniversario della fondazione della Polizia, «Un anno di grandissimo impegno costellato di importanti risultati che ci hanno ricompensato di grandi sacrifici profusi ma un anno anche difficile, con situazioni particolarmente complesse e delicate, che hanno tenuto spesso col fiato sospeso, specie in questi ultimi tempi. Un anno molto doloroso per i fatti accaduti recentemente che ci hanno profondamente colpito e amareggiato: la vicenda del povero Nicola, uno di quei casi che entra in profondità per non farsi più dimenticare». E ha aggiunto: «L'ho detto diverse volte, in altre città, lo ripeto oggi: se si eccede con la tolleranza, con l'indulgenza, non c'è da meravigliarsi che vi possa essere un crescendo di reati sempre più gravi».

(agenziami.it)

INFORMAZIONE SERVA DEL POTERE: AMARA ED IRONICA RIFLESSIONE SU NOTIZIE DA SCUDETTO E NOTIZIE DA SERIE B

Spero vi interesserà questa mia riflessione ironica (ma non troppo) sullo stato dell'informazione in Italia. Come in un campionato ci sono notizie da scudetto e notizie da serie B.

Nel campionato che volge al termine queste sono le notizie che lottano per aggiudicarsi il primo posto:

- I MIRACOLI DI SAN SILVIO
- I MIRACOLI DI SCHIFANI (con il suo curriculum arrivare alla seconda carica dello Stato cos'è se non un miracolo?)
- I MIRACOLI DI SUOR CARFAGNA (vedi Schifani, per ora lei è solo ministro)
- L'ATTENTATO ALLE ISTITUZIONI E AL DIALOGO DA PARTE DI MARCO TRAVAGLIO
- GLI ARTICOLI DI REPUBBLICA (ma solo quando attaccano Travaglio)
- TOLLERANZA ZERO NEI CONFRONTI DEGLI EXTRACOMUNITARI
- UN ROMENO STUPRA UNA RAGAZZA ITALIANA
- LICENZIAMENTI PER I FANNULLONI (tranquilli è solo un annuncio spot)
- LE INTERVISTE DI VELTRONI (ma solo quando parla bene di Silvio)
- CARO BENZINA,SCAJOLA CONVOCA I PETROLIERI (credevo fosse una barzelletta)
- IL MATRIMONIO BRIATORE-GREGORACI
- LE TETTE DELLA TATANGELO

Come un campionato che si rispetti ci sono anche le notizie che invece lottano per non retrocedere, eccole:

- 85.000 MORTI IN BIRMANIA (bene, 85.000 comunisti in meno)
- 50.000 MORTI IN CINA (come sopra, peccato che ce ne siano ancora più di 1 miliardo)
- 29 GUERRE SI STANNO COMBATTENDO IN QUESTO MOMENTO NEL MONDO
- GLI ITALIANI NON ARRIVANO A FINE MESE (senza più l'ICI diventeranno ricchi)
- EMERGENZA CRIMINALITA' A ROMA (dopo la vittoria di Alemanno tutto risolto)
- LA GIARRETTIERA DELLA BRAMBILLA (Michela vai a sinistra, devono rottamare Rosy Bindi e Livia Turco, hai il posto assicurato)
- UN ITALIANO VIOLENTA UNA RAGAZZA ROMENA (purtroppo è successo ieri mattina)

NOTIZIA DELL'ULTIM'ORA.
Sembra che ci siano delle intercettazioni che riguarderebbero colloqui tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il principale esponente dello schieramento a lui AMICO,Walter Veltroni, con i direttori dei principali TG e dei principali quotidiani in cui vengono pilotate le notizie da inserire nei tg e sui giornali.
Sembra altresì che tali intercettazioni siano andate involontariamente distrutte.
Resta l'ombra sulla regolarità del campionato.

Buona dittatura a tutti.

venerdì 16 maggio 2008

PRESTITI VIA WEB TRA PRIVATI, E' BOOM. "BASTA CON BANCHE E FINANZIARIE"

Delusione per gli investimenti effettuati in Borsa o attraverso gli intermediari finanziari, desiderio di coniugare un buon rendimento con la finalità sociale nell'impiego del proprio denaro, la linearità e la trasparenza delle procedure: sono queste le motivazioni principali di chi presta il proprio danaro attraverso Zopa e Boober, i siti in funzione da alcuni mesi che hanno introdotto in Italia il peertopeer lending, cioè il prestito remunerato tra privati a un tasso inferiore a quello di mercato. Chi invece chiede un prestito è attirato dalle condizioni migliori rispetto a quelle offerte dalle banche e, se si tratta di una persona 'non bancabile' perché lavoratore precario o per altri motivi, dalla possibilità di ottenere con relativa facilità un prestito che altrimenti sarebbe magari costretto a chiedere a un usuraio.

I 'PRESTATORI'. "Non sono una persona esperta in materie finanziarie, e ho solo due lire messe via. - spiega Anna Maria De Luca, impiegata, 56 anni, un figlio di 33, 'prestatrice' di Zopa - Non so se dal punto di vista del guadagno il mio investimento di 6.000 euro andrà bene, però sto già cominciando a ricevere i primi frutti, trovo gratificante vedere che questa cosa già funziona e se ne possa verificare l'andamento giorno per giorno sul sito. Al contrario, tempo fa ho investito in un fondo che sta andando malissimo, e nessuno sa darmi informazioni adeguate su cosa fare o semplicemente su chi devo chiamare. Penso che prima o poi me ne tirerò fuori, a costo di perdere tutti e 3.000 euro".

Deluso dagli investimenti effettuati attraverso le banche anche Marco, 26 anni, impiegato da tre nella direzione di una compagnia assicurativa: "Avevo acquistato azioni Enel con la privatizzazione, con mia sorella. Sono tuttora in perdita di almeno il 10-20 per cento. Di Zopa mi ha attratto la filosofia innovativa, mi piace l'idea di prestare senza intermediazione bancaria". Attratto dal 'fine sociale' dell'investimento, cioè dalla possibilità di aiutare una persona a realizzare un progetto personale o far fronte a una necessità, è anche Andrea Pietroboni, 45 anni, impiegato, che ha prestato 6.000 euro attraverso Boober: "Mi è piaciuta l'idea di questi prestiti on line senza l'utilizzo di finanziarie o banche, come apprezzo la possibilità di poter investire anche a breve termine. In passato avevo fatto un'assicurazione sulla vita, che si era rivelato però un impegno eccessivo, prolungato negli anni".

Ostilità verso gli investimenti bancari e in Borsa e solidarietà verso chi ha bisogno di un prestito e ha difficoltà a ottenerlo sono criteri comuni a quasi tutti gli utenti di Zopa e Boober, e sono ragioni che sembrano essere più importanti di quelle strettamente economiche, a cominciare dal rendimento. "Ho prestato 9.000 euro su Zopa - dice Andrea Rodolico, 33 anni, imprenditore informatico di Asti - soprattutto perché mi fa piacere che attraverso i miei investimenti ci siano persone che non debbano sottostare alle banche. Io l'ho fatto ai tempi della bolla Internet: è stato seguendo i suggerimenti di alcuni intermediari che ho lasciato un po' di sangue sulla pareti, da allora non mi fido un granché delle banche, agiscono solo a loro vantaggio. Mi fido invece delle persone alle quali ho prestato i miei soldi: l'onestà è molto più diffusa di quello che si vede nei giornali".

"C'è un concetto di base sociale - osserva Stefano Scardovi, 36 anni, commerciante - si va oltre i meri numeri, sapere che ho aiutato qualcuno che voleva sposarsi mi dà più soddisfazione che un fondo che magari investe in aziende che producono armi". Naturalmente anche il rendimento del prestito è considerato un elemento d'interesse: "Prestare il mio danaro su Zopa per me è un modo di smobilizzare il danaro che altrimenti sarebbe fermo in banca a interessi zero: le banche purtroppo non sono enti di beneficenza, cercano di ottenere il massimo dai correntisti dando il meno possibile. - dice Fabio Grande, 36 anni, programmatore presso una software house di Torino - Ad oggi le alternative per guadagnare qualche soldo sono poche, a parte investire in Borsa come ho fatto io, ma i rendimenti ultimamente non solo solo decaduti, di più, è già tanto che non ci siano perdite. Zopa non mi renderà ricco, ma investire i miei soldi così mi rende certo più che investirli in banca o tenerli nel materasso". Secondo Lino Di Santo, 25 anni, 'prestatore' di Boober, non bisogna però andare troppo addosso a banche e finanziarie: lui stesso lavora in una Sgr del gruppo Intesa SanPaolo a Milano, peraltro. "Sono sistemi diversi: Boober e Zopa si basano sulla fiducia, una banca non può permetterselo, ha bisogno di garanzie".

I 'RICHIEDENTI'. Anche tra i richiedenti c'è un operatore finanziario professionista, Fabio Rumiz, di Pacento (Udine), 38 anni. "Gestisco fondi d'investimento alle Generali - spiega - e ho preferito chiedere il prestito di 10.000 euro che mi serviva per un impianto di pannelli solari su Boober per via del tasso particolarmente conveniente, 8% a 36 mesi. Però non so se presterei a mia volta del denaro: credo che sia sinceramente un po' rischioso". Anche Maddalena Roversi, bolognese, 36 anni, impiegata statale, ha preferito Boober alle banche per via del tasso d'interesse: "Mi serviva per affrontare delle cure mediche, e le condizioni mi sono sembrate molto più leali. Quando ho fatto la mia richiesta, gli utenti di Boober hanno aperto un forum, e così sono emersi alcuni 'prestatori' disponibili: mi sono sembrati decisamente più disponibili rispetto a una banca".

E così Enrico Savio, padovano, 36 anni, docente universitario: "Volevo completare il giardino, mi servivano 5.000 euro, sul taeg offerto da Zopa c'era una differenza di quattro punti con le banche". E' convinto di aver risparmiato parecchio, anche rispetto ai tempi per la procedura, pure Luciano Lobozzo, 46 anni, di Guidonia, sposato con 8 figli: "Mi servivano 7.000 euro per un impianto di pannelli solari: attraverso Zopa sono arrivati subito, nel giro di un paio di giorni, una procedura pratica e veloce".

Mentre Enrica, 35 anni, impiegata, ha fatto ricorso a Zopa dopo che le banche le avevano chiuso le porte: "Mi servivano 2.000 euro per estinguere una morosità con il mio condominio, e avevo difficoltà a ottenerli da banche e finanziarie perché sono una precaria, lavoro nel telemarketing con contratti di collaborazione a progetto della durata massima di sei mesi e questo mi rende una categoria C, a rischio. Invece gli 'zopiani' mi hanno dato fiducia: ci siamo stretti la mano, virtualmente, il prestito mi è stato erogato in tempi rapidissimi. E io, adesso, cerco di pagare le rate anche prima della scadenza: grazie a loro dormo sonni tranquilli, ho evitato di affidarmi agli usurai".

(DA REPUBBLICA.IT)

giovedì 15 maggio 2008

POESIA SUL PRESIDENTE DELLA CAMERA (FINI)

Volevo scrivere un paio di poesie in onore dei nuovi presidenti delle camere, Renato Schifani(Senato) e Gianfranco Fini(Camera.
Ma visto il trattamento riservato a Travaglio per aver parlato di Schifani, per il momento vi invito a leggere e commentare la poesia dedicata a Fini.

FINI FOREVER

Discorso da statista
anche la "sinistra" ti ha applaudito
subito dopo però una svista
e dietro la lavagna sei finito

A difendere un fascista
non hai resistito
fosse stato un comunista
non avresti alzato un dito

E' reato bruciare una bandiera
non solo alla fiera
è reato uccidere una persona
non solo a Verona

Il potere da alla testa
a chi non è abituato
il giorno dopo la festa
ti sei già incasinato

Ieri invece Di Pietro non l'hai difeso
mentre dai tuoi amici veniva offeso
solo perchè provava
a dire quel che pensava

mercoledì 14 maggio 2008

UFO, LONDRA RENDE PUBBLICI GLI ARCHIVI SEGRETI

Per anni gli ufologi di tutto il mondo hanno dibattuto sull'esistenza di X-file tenuti segretamente nascosti dai più importanti servizi segreti internazionali, ma mai avrebbero pensato che un bel giorno alcuni di questi misteriosi documenti sarebbero stati pubblicati come normale materiale d'archivio. E'ciò che accaduto in Gran Bretagna dove gli Archivi nazionali di Londra hanno messo online sul proprio sito ufficiale (www.nationalarchives.gov.uk/ufos) diversi documenti del ministero della Difesa: questi hanno come tema centrale l'avvistamento di «oggetti volanti non identificati».

DOCUMENTI - Per adesso sono stati pubblicati solo otto degli X-file, redatti negli anni tra 1978 al 1987, ma il sito web assicura che nei prossimi quattro anni saranno resi noti tutti i 160 documenti stilati dal Ministero della Difesa. Secondo quest'ultimo la decisione di aprire questo archivio segreto è stata presa in ottemperanza al «Freedom of information Act» e anche per combattere le numerose informazioni false, moltiplicatesi negli ultimi anni, che accusavano il governo britannico di essere a conoscenza di chissà quali verità sugli alieni e di tenerle nascoste

INTELLIGENCE - Nel corso degli ultimi 60 anni l'intelligence britannica avrebbe indagato su oltre 11.000 casi di avvistamenti di «oggetti non identificati»: queste scrupolose ricerche sarebbero state portate avanti non perchè il ministero della Difesa credeva realmente all'esistenza di extraterrestri, ma perchè temeva che dietro questi oggetti sconosciuti si nascondessero nuovi armi di spionaggio usate dall'Unione Sovietica o dai paesi nemici. E' interessante notare che nel 1978, un anno dopo l'uscita del celebre film di Steven Spielberg «Incontri ravvicinati del terzo tipo» le segnalazioni di avvistamenti di Ufo da parte dei cittadini britannici quasi raddoppiarono, passando dalle 435 del 1977 alle 750 dell'anno seguente

RACCONTI - Naturalmente molte delle segnalazioni appaiono alquanto inverosimili: i più gettonati sono gli avvistamenti di dischi volanti, ma non mancano le storie in cui i cittadini raccontano di aver visto dei veri e propri alieni. E' il caso raccontato nel documento del 1983, catalogato sotto la sigla «Defe 24/1925», in cui un settantottenne pescatore inglese dichiara di aver parlato con degli extraterresti di colore verde che sarebbero sbarcati da una misteriosa navicella. Sempre nello stesso file è presenta una lettera del 1985 indirizzato al Ministero della Difesa in cui un cittadino narrava di aver assistito all’abbattimento di una navicella spaziale da parte di un altro disco volante sul fiume Mersey, nell’Inghilterra del Nord; sempre nello stesso documento vi è il racconto di un altro cittadino che spiega di aver stretto amicizia con un extraterrestre di nome Algar. Un’altra bizzarra lettera datata gennaio 1985 narra di un uomo che si dichiara in contatto con gli alieni da quando aveva 7 anni. Egli afferma di aver visitato due basi aliene nella penisola di Wirral e nella contea di Cheshire e di aver visto un disco volante essere abbattuto vicino alla città di Wallasey. «La maggioranza di queste persone sono cittadini comuni che hanno visto qualcosa di inusuale e hanno pensato di doverne parlare» afferma il professore e esperto di storie di Ufo David Clarke della “Sheffield Hallam University”

TESTIMONI INSOSPETTABILI - Tuttavia tra i testimoni non mancano insospettabili aviatori della Raf (Royal Air Force), piloti dell’aviazione civile e controllori di volo britannici. Proprio un pilota di un aereo civile avrebbe dichiarato in una lettera del 5 settembre del 1986 di aver avvistato una navicella spaziale che sarebbe passata a poche miglia dall’aereo che stava pilotando. Egli afferma di aver pensato che quello che aveva visto poteva essere un meteorite o un missile, ma poi taglia corto: «Se fosse stato un missile, io e il mio equipaggio non ci saremmo tanto spaventati».

NESSUNA PROVA - Alla fine però non vi è alcuna prova nei file che questi incontri ravvicinati siano realmente avvenuti o meglio, che dietro questi misteriosi avvistamenti, si celino dei veri extraterrestri. «Alla fine non mai è stata trovata la pistola fumante» spiega al Guardian Nick Pope, un ex impiegato statale che ha lavorato a lungo al Ministero della difesa britannica e che per 3 anni si è occupato esclusivamente dei documenti relativi agli Ufo

(da corriere.it)

martedì 13 maggio 2008

SUDAN E CIAD VICINI ALLA GUERRA

Chiusura delle frontiere e rottura dei rapporti diplomatici, economici e culturali. Da ieri, in Ciad è vietato anche ascoltare la musica proveniente dal vicino Sudan. Con questa mossa il governo di N'Djamena ha reagito alla decisione, presa dal Khartoum, di interrompere i rapporti diplomatici a séguito dell'attacco dei ribelli darfurini a Omdurman, alle porte della capitale, lo scorso sabato. I due Paesi africani non sono mai stati così vicini alla guerra.
Quella scoppiata sabato scorso poteva essere l'ennesima grana diplomatica tra Ciad e Sudan, che da anni si accusano a vicenda di sostenere i rispettivi gruppi armati. Finora, le crisi si concludevano puntualmente con la firma di un trattato di pace (ne sono stati siglati sei finora, tutti disattesi), in cui i due stati si impegnavano a garantire la sovranità reciproca. Stavolta, però, l'attacco che i ribelli del Justice and Equality Movement hanno portato al cuore del potere sudanese, traversando 600 km di deserto per sferrare l'offensiva alla capitale, ha cambiato le carte in tavola. In cinque anni di guerra, mai i ribelli si erano spinti così in avanti rispetto al loro raggio di azione, limitato al Darfur e alle regioni limitrofe. E le dichiarazioni del leader del Jem, Khalil Ibrahim, che ieri aveva annunciato l'inizio di una lunga offensiva contro Khartoum, hanno ulteriormente innervosito il governo sudanese, che non ha tardato a rispondere.
Da sabato, migliaia di truppe sono state schierate per le strade di Khartoum, mentre i posti di blocco militari sulle strade che portano al confine con il Ciad sono spuntati come funghi. Almeno 300 persone sarebbero state arrestate, tra le quali l'islamista Hassan al-Turabi, un tempo grande alleato del presidente Hassan Omar al-Bashir ma ora leader del National Popular Congress, all'opposizione. Il fatto che al-Turabi, sospettato di legami con il Jem mai confermati, sia stato rilasciato dopo circa quattro ore di interrogatorio, non significa che la stretta del governo si sia allentata, anzi. L'esercito ha condotto perquisizioni casa per casa nel tentativo di scovare i ribelli rimasti a Omdurman, la città che fronteggia Khartoum, sull'altra sponda del Nilo.
Difficile fare previsioni sulle operazioni belliche: se l'offensiva del Jem ha lasciato di stucco tutti, molti analisti dubitano che il gruppo abbia le capacità per sostenere un'operazione di lunga durata in territorio ostile, e ritengono che Ibrahim abbia fatto il passo più lungo della gamba. Fonti locali hanno riferito di una gran quantità di armamenti giunti dal vicino Ciad nelle ultime settimane, cosa che avrebbe permesso ai ribelli di organizzare l'attacco. Una visione condivisa a Khartoum, il cui governo ritiene che mai il Jem avrebbe potuto spingersi così in avanti senza l'aiuto di N'Djamena. Il presidente ciadiano Idriss Deby si sarebbe così voluto vendicare dell'attacco, portato lo scorso febbraio dai ribelli ciadiani al palazzo presidenziale di N'Djamena, e che si ritiene sia stato sponsorizzato da Khartoum. La retorica infiammata che ha sempre caratterizzato i rapporti diplomatici tra i due Paesi potrebbe far pensare all'ennesima “crisi controllata”. Ma stavolta, forse, il quadro è un po' più fosco.

(da peacereporter.net)

lunedì 12 maggio 2008

LA PREGHIERINA DELLA SERA

Silvio nostro
che scendi dal cielo a salvarci
siano santificati
i tuoi avvocati
venga
la tua dittatura
siano fatte
le tue leggi
come a Milano
così a Palermo

Dacci oggi
la tua barzelletta quotidiana
e rimetti a noi i tuoi debiti
come noi li rimettiamo
a tutti i comunisti
e non ci indurre in libertà
ma liberaci da Travaglio

Amen

(da "La pazzia delle folle" di Massimo Marcantoni)

domenica 11 maggio 2008

SOLIDARIETA' A TRAVAGLIO DOPO LE AFFERMAZIONI SU SCHIFANI

Chiedendo scusa per il disturbo, senza voler guastare questo bel clima di riverenze bipartisan al neopresidente del Senato Renato Schifani, vorremmo allineare qualche nota biografica del noto statista palermitano che ora troneggia là dove sedettero De Nicola, Paratore, Merzagora, Fanfani, Malagodi e Spadolini. Il quale non è omonimo di colui che insultò Rita Borsellino e Maria Falcone (“fanno uso politico del loro cognome”, sic) perché erano insorte quando Berlusconi definì i magistrati “disturbati mentali, antropologicamente estranei al resto della razza umana”: è proprio lui. Non è omonimo dell’autore del lodo incostituzionale che nel 2003 regalò l’impunità alle 5 alte cariche dello Stato, soprattutto a una, cioè a Berlusconi, e aggredì verbalmente Scalfaro in Senato perché osava dissentire: è sempre lui.

L’altroieri la sua elezione è stata salutata da un’ovazione bipartisan, da destra a sinistra. Molto apprezzati il suo elogio a Falcone e Borsellino e la sua dichiarazione di guerra alla mafia. Certo, se uno evitasse di mettersi in affari con gente di mafia, la lotta alla mafia riuscirebbe meglio. Già, perché - come raccontano Abbate e Gomez ne “I complici” (ed. Fazi) - trent’anni prima di sedere sul più alto scranno del Parlamento, Schifani sedeva nella Sicula Brokers, una società di brokeraggio fondata col fior fiore di Cosa Nostra e dintorni. Cinque i soci: oltre a Schifani, l’avvocato Nino Mandalà (futuro boss di Villabate, fedelissimo di Provenzano); Benny D’Agostino (costruttore amico del boss Michele Greco, re degli appalti mafiosi, poi condannato per concorso esterno); Giuseppe Lombardo (amministratore delle società dei cugini Nino e Ignazio Salvo, esattori mafiosi e andreottiani di Salemi arrestati da Falcone e Borsellino nel 1984). Completa il quadro Enrico La Loggia, futuro ministro forzista. Nei primi anni 80, Schifani e La Loggia sono ospiti d’onore al matrimonio del boss Mandalà. All’epoca, sono tutti e tre nella Dc. Poi, nel 1994, Mandalà fonda uno dei primi club azzurri a Palermo, seguito a ruota da Schifani e La Loggia. Il boss, a Villabate, fa il bello e il cattivo tempo. Il sindaco Giuseppe Navetta è suo parente: infatti, su richiesta di La Loggia, Schifani diventa “consulente urbanistico” del Comune perché - dirà La Loggia ai pm antimafia - aveva “perso molto tempo” col partito e aveva “avuto dei mancati guadagni”.

Il pentito Francesco Campanella, braccio destro di Mandalà e Provenzano, all’epoca presidente del consiglio comunale di Villabate in quota Udeur, aggiunge: “Le 4 varianti al piano regolatore… furono tutte concordate con Schifani”. Che “interloquiva anche con Mandalà. Poi si fece il piano regolatore generale… grandi appetiti dalla famiglia mafiosa di Villabate. Mandalà organizzò tutto in prima persona. Mi disse che aveva fatto una riunione con Schifani e La Loggia e aveva trovato un accordo: i due segnalavano il progettista del Prg, incassando anche una parcella di un certo rilievo. L’accordo che Mandalà aveva definito coi suoi amici Schifani e La Loggia era di manipolare il Prg, affinché tutte le sue istanze - variare i terreni dove c’erano gli affari in corso e penalizzare quelli della famiglia mafiosa avversaria - fossero prese in considerazione dal progettista e da Schifani… Il che avvenne: cominciò la stesura del Prg e io partecipai a tutte le riunioni con Schifani” e “a quelle della famiglia mafiosa, in cui Schifani non c’era”.

Domanda del pm: “Schifani era al corrente degli interessi di Mandalà nell’urbanistica di Villabate?”. Campanella: ”Assolutamente sì. Mandalà mi disse che aveva fatto questa riunione con La Loggia e Schifani”. Il tutto avveniva “dopo l’arresto di Mandalà Nicola”, cioè del figlio di Nino, per mafia. Mandalà padre si allontana da FI per un po’, poi rientra alla grande, membro del direttivo provinciale. E incontra Schifani e La Loggia. Lo dice Campanella, contro cui i due forzisti hanno annunciato querela; ma la cosa risulta anche da intercettazioni. Nulla di penalmente rivelante, secondo la Dda di Palermo. Nel ‘98 però anche Mandalà padre finisce dentro: verrà condannato in primo grado a 8 anni per mafia e a 4 per intestazione fittizia di beni. E nel ‘99 il Prg salta perché il Comune viene sciolto per infiltrazioni mafiose nella giunta che ha nominato consulente Schifani. Miccichè insorge: “E’ una vergognosa pulizia etnica”. Ma ormai Schifani è in Senato dal 1996. Prima capogruppo forzista, ora addirittura presidente. Applausi. Viva il dialogo. Viva l’antimafia.

(Marco Travaglio da voglioscendere.ilcannocchiale.it)

NEL MONDO SONO IN CORSO 29 GUERRE

1. Iraq 80 mila morti dal 2003
2. Israele-Palestina 5 mila morti dal 2000
3. Libano 1.200 dal 2006
4. Turchia-Kurdistan 40 mila morti dal 1984
5. Afghanistan 25 mila morti dal 2001
6. Pakistan-Waziristan 3 mila dal 2004
7. Pakistan-Balucistan 450 morti dal 2005
8. India-Kashmir 90 mila morti dal 1989
9. India-Nordest 50 mila morti dal 1979
10. India-Naxaliti 6 mila morti dal 1967
11. Sri Lanka-Tamil 68 mila morti dal 1983
12. Birmania-Karen 30 mila morti dal 1988
13. Thailandia-Sud 2 mila morti dal 2004
14. Filippine-Mindanao 150 mila morti dal 1971
15. Filippine-Npa 40 mila morti dal 1969
16. Russia-Cecenia 250 mila morti dal 1994
17. Georgia-Abkhazia 28 mila morti dal 1992
18. Georgia-Ossezia 2.800 morti dal 1991
19. Algeria 150 mila morti dal 1991
20. Costa d’Avorio 5 mila morti dal 2002
21. Nigeria 11 mila morti dal 1999
22. Ciad 50 mila morti dal 1996
23. Sudan-Darfur 250 mila morti dal 2003
24. Rep.Centrafricana 2 mila morti dal 2003
25. Somalia 500 mila morti dal 1991
26. Uganda 20 mila morti dal 1986
27. Congo R.D. 4 milioni di morti dal 1998
28. Colombia 300 mila morti dal 1964
29. Haiti 1.500 morti dal 2004


(da peacereporter.net)

E' bene ricordarlo in un'Italia tutta presa dalle sorti della Brambilla
Sul tema vi propongo una mia poesia.

VENTINOVE GUERRE

Mentre Bush
Gioca a golf

Mentre i nostri politici
Corrono da Vespa
A parlare del niente

Mentre gli italiani
Si indignano
Contro tutto e tutti
Ma poi guardano
L’isola dei famosi
Incollati alla tv

Mentre io
Mi perdo
Nei tuoi occhi

Ventinove guerre
Si stanno combattendo

(da LA PAZZIA DELLE FOLLE di Massimo Marcantoni)

sabato 10 maggio 2008

BENEDETTO XVI: IL SESSO RISCHIA DI DIVENTARE UNA DROGA

La sessualità rischia di diventare «una droga che vuole assoggettare il partner ai propri desideri e interessi, senza rispettare i tempi della persona amata». Il Papa propone una riflessione sulla cultura «sottoposta alla prevalenza dell’avere sull’essere» in cui la vita umana «rischia di perdere il suo valore», in occasione di un incontro in Vaticano in cui ha parlato dell’enciclica «Humanae vitae» di Paolo VI. «Ciò che si deve difendere non è più solo il vero concetto dell’amore, ma in primo luogo la dignità della persona stessa - aggiunge Ratzinger -. Come credenti non potremmo mai permettere che il dominio della tecnica abbia ad inficiare la qualità dell’amore e la sacralità della vita». «Il magistero della Chiesa - ha affermato il Papa rivolgendosi ai partecipanti al congresso internazionale per il quarantesimo anniversario della lettera pontificia di Paolo VI - non può esonerarsi dal riflettere in maniera sempre nuova e approfondita sui principi fondamentali che riguardano il matrimonio e la procreazione».
Altro motivo di preoccupazione di Benedetto XVI sono i giovani. «Non fa onore a una società che si richiama ai principi di libertà e di democrazia fornire ai giovani false illusioni sull’amore e la sessualità» ha detto, facendo riferimento a «vicende tristi che coinvolgono gli adolescenti, le cui reazioni manifestano una non corretta conoscenza del mistero della vita e delle rischiose implicanze dei loro gesti». Benedetto XVI non ha fatto riferimenti a fatti di cronaca, ma citando un'«urgenza formativa», ha auspicato che ai giovani sia riservata «un’attenzione del tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell’amore e si preparino con un’adeguata educazione alla sessualità, senza lasciarsi distogliere da messaggi effimeri che impediscono di raggiungere l’essenza della verità in gioco».
Infine, all'interno della famiglia, «nessuna tecnica meccanica può sostituire l'atto d'amore che due sposi si scambiano come segno di un mistero più grande che li vede protagonisti e compartecipi della creazione» ha detto Benedetto XVI toccando il tema della procreazione assistita e aggiungendo che «la trasmissione della vita è iscritta nella natura e le sue leggi permangono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi».

(da corriere.it)

Parole sante.
Ogni commento mi sembra superfluo.

venerdì 9 maggio 2008

PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato, meglio conosciuto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 - 9 maggio 1978), E' stato un attivista italiano. Si e' dedicato per anni alla lotta contro la mafia, per mano della quale e' stato assassinato.

E' nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo porto' a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti portera' dolore.
(Dalla canzone I Cento Passi dei Modena City Ramblers)

Biografia
Giuseppe Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una Giulietta al tritolo nel 1963).

Ancora ragazzo rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un'attivita' politico-culturale antimafiosa. Nel 1965 fonda il giornalino L'Idea socialista e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attivita' dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

Nel 1975 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attivita' culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al Consiglio comunale.

Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto vittima e, dopo la scoperta di una lettera scritta molti mesi prima, del suicidio.

Grazie all'attivita' del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato proprio a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria.

Il 9 maggio del 1979, il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d'Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il paese.

Nel maggio del 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere Istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito pero' ad ignoti.

Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza Connection.

Nel gennaio 1988, il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 il Tribunale di Palermo decide l'archiviazione del caso Impastato, ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilita' di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilita' dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi.

Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto.

Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell'omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l'inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l'udienza preliminare del processo contro Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata.

I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l'Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato.

Nell'udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgera' con il rito normale e in video-conferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti.

Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si e' costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 e' stata approvata una relazione sulle responsabilita' di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini.

Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti e' stato condannato all'ergastolo.

Cinema e musica
Alla vita di Peppino e' dedicato il film I cento passi di Marco Tullio Giordana, con Luigi Lo Cascio nel ruolo di Impastato. Il film e' una ricostruzione abbastanza libera dell'attivita' di Peppino, e i "cento passi" che separavano casa sua da quella del boss Tano Badalamenti sono in realta' solo una metafora usata dal regista.
I Modena City Ramblers hanno inciso una canzone, omonima al film di Giordana, dedicata anch'essa a Peppino, presente nell'album Viva la vida, muera la muerte.
Il cantautore siciliano Pippo Pollina ha inciso la canzone Centopassi, ispirandosi alla vita di Peppino Impastato e inserendola nel suo album Racconti Brevi.
Nel 2006, il gruppo folk dei Lautari ha musicato una poesia di Peppino, Ciuri di campo. La canzone viene eseguita da Carmen Consoli durante i suoi concerti.

Bibliografia
Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, intervista a cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1986, 2000
Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Peppino Impastato, una vita contro la mafia, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995
Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio. Atti relativi all'omicidio di Giuseppe Impastato, Centro Impastato, Palermo 1998
Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Relazione della Commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena, Editori Riuniti, Roma 2001
Giuseppe Impastato, Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, (a cura di Umberto Santino), Centro Impastato, Palermo 2002
Anna Puglisi - Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro Impastato, Palermo 2005
Augusto Cavadi, in Gente bella. Volti e storie da non dimenticare (Candida Di Vita, Don Pino Puglisi, Francesco Lo Sardo, Lucio Schiro' D'Agati, Giorgio La Pira, Peppino Impastato), Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2004.

(da wikipendia)

Onore a Peppino.
Una volta i giornalisti aiutavano a scoprire gli scandali, oggi gli scandali sono certi giornalisti.......

giovedì 8 maggio 2008

IL SINDACO MORATTI CACCIA SGARBI:HA MANCATO DI RISPETTO ALLA GIUNTA E AI CITTADINI

Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha ritirato la delega di assessore alla cultura a Vittorio Sgarbi. La decisione è stata presa dopo numerose polemiche tra il primo cittadino e assessore, ultime, iniziative sul mondo gay. Le deleghe di Sgarbi vengono assunte ad interim dalla stessa Moratti. «Mancanza di rispetto per la Giunta comunale, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini rappresentati nel suo ruolo di Assessore e quindi rottura del rapporto di fiducia con il Sindaco e con i colleghi Assessori».

Sono queste le ragioni spiegate dal sindaco in una nota. «Rilevato che l'assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore - recita l'atto di revoca - e considerato inoltre che lo stesso Assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del Sindaco e della Giunta incidendo negativamente sull'operato e immagine di tali organi e creando un clima di tensione interno alla maggioranza politica; ritenuto che per i sopra esposti motivi è venuta meno la fiducia del Sindaco nei confronti di Vittorio Sgarbi, il Sindaco dispone la revoca della nomina di Vittorio Sgarbi quale componente della Giunta comunale e della connessa delega alla firma degli atti di competenza del Sindaco per le attività in materia di Cultura».

(da corriere.it)

Finalmente una buona notizia..........

mercoledì 7 maggio 2008

MEZZA ITALIA HA SOLO LA LICENZA MEDIA

Molti, troppi studenti italiani abbandonano la scuola prima di aver conseguito un titolo di studio superiore e quasi la metà degli italiani ha solo la licenza media. È triste il quadro dell'istruzione fotografato dall'Istat per «100 statistiche per il Paese - Indicatori per conoscere e valutare». La fuga dai banchi interessa soprattutto il meridione: in Sicilia e Campania rispettivamente 15 e 14 studenti su cento non completano nemmeno il percorso dell'obbligo. La quota di abbandoni più contenuta (6,2%) si registra invece nel Friuli-Venezia Giulia. Valori negativi si riscontrano, tuttavia, anche al Nord: in Valle D'Aosta siamo all'11,7%, in Liguria e Piemonte al 10,8%. Al Centro il Lazio spicca con il suo 11,7%. In generale nell'anno scolastico 2005-2006 la quota di giovani che ha lasciato al primo anno gli studi superiori è dell'11,1%.

Nel 2007 il 48,2% della popolazione italiana tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato la licenza della scuola media inferiore, valore distante dalla media Ue27, che ci colloca nelle ultime posizioni insieme a Spagna, Portogallo e Malta. Sempre l'anno scorso poco più del 75% dei giovani tra i 20 e i 24 anni ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Un tasso inferiore a quello della media comunitaria (77,8%). In ambito comunitario sono alcuni Paesi di recente ingresso quelli che presentano i più elevati tassi di scolarizzazione superiore: in Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia 9 studenti su 10 hanno conseguito almeno il diploma superiore. In Italia, infine, circa il 41% dei giovani tra i 19 e i 25 anni risulta iscritto a un corso universitario nell'anno accademico 2005-06, ma la tendenza è in crescita. Nell'indagine c'è anche la conferma che l'Italia per l'istruzione spende meno degli altri paesi europei: nel 2005 l'incidenza degli investimenti in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,4%, ampiamente al di sotto della media dell'Ue27 (5,1%).

Il valore medio della Ue27 si aggira (dato 2006) attorno al 15,3% di abbandoni precoci. L'Italia è al 20,8%. Mentre tra i Paesi virtuosi spiccano Slovenia (5,2%), Repubblica Ceca (5,5%) e Polonia (5,6%). Il miglioramento, comunque, nel nostro Paese c'è stato: nell'arco degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2007, nel nostro Paese l'incidenza di abbandoni precoci è scesa di 2,8 punti percentuali al Mezzogiorno e di 3,6 punti al Centro-Nord. Nel 2007 solo la provincia autonoma di Trento e il Lazio hanno raggiunto obiettivi vicini a quelli di Lisbona (10,6 e 10,9%). Altre regioni con valori contenuti sono Friuli (12,6%) e Umbria (12,7%). Quelle più distanti dai diktat di Lisbona sono Campania (29%) e Puglia (25%). Tra il 2006 e il 2007 gli abbandoni sono aumentati in Valle D'Aosta, Liguria, Toscana, Molise e Campania.

(DA CORRIERE.IT)

martedì 6 maggio 2008

PETROLIO: CORSA INARRESTABILE,ARRIVERA' A 200 DOLLARI

Arjun N. Murti, l’ analista di Goldman Sachs che sorprese un pò tutti quando nel marzo del 2005 previde che il prezzo del petrolio sarebbe arrivato oltre i cento dollari, vede adesso le quotazioni del greggio proiettate addirittura fino a 200 dollari al barile. Sono queste infatti le indicazioni date da un gruppo di analisti di Goldman Sachs capeggiato appunto da Murti, secondo cui nel giro di due anni il prezzo potrebbe arrivare fra i 150 ed i 200 dollari. Il "report" sottolinea che le possibilità di vedere il greggio a questi livelli «sembrano essere aumentate da qui a sei-24 mesi», sebbene sia difficile individuare esattamente il picco delle quotazioni ed al tempo stesso la durata di questa fase rialzista. Il rapporto porta la data di ieri, in coincidenza con il superamento da parte del greggio a New York di quota 120 dollari.


Gli analisti di Goldman Sachs hanno inoltre aggiornato le previsioni di prezzo medio del petrolio WTI; per quest’ anno la quotazione dovrebbe essere pari a 108 dollari contro 96 dollari precedenti, mentre l’ anno venturo ci si attesterebbe su 110 dollari da 105 precedenti. Per quanto riguarda il 2010-2011 il prezzo medio si attesterebbe su 120 dollari da 110 dollari precedenti. Gli analisti hanno peggiorato le stime relative al prezzo in considerazione del fatto che ci sarebbero rischi sul versante delle forniture, in presenza di una domanda sostenuta da parte delle economie emergenti. In particolare, secondo il ’report’ sussisterebbero problemi per alcuni Paesi non aderenti all’ Opec, come Messico e Russia. Sul prezzo inoltre pesano fattori speculativi che peraltro - rileva ancora il rapporto - dovrebbero portare ad una maggiore efficienza produttiva ed a maggiori investimenti da parte delle compagnie petrolifere in progetti di ricerca.

Nel frattempo riparte la corsa al rialzo del barile di petrolio che stamattina mette a segno un nuovo massimo oltre la soglia dei 120 dollari, superata ieri per la prima volta sulla scia di tensioni geopolitiche in diverse aree esportatrici del pianeta. Ma queste ultime impennate sono anche legate a rinnovati ottimismi sull’economia americana, che smorzano precedenti attese di indebolimento della domanda globale. Negli scambi dell’after hours sul Nymex, la Borsa merci di New York, il barile di West Texas Intermediate ha registrato un picco a 120,54 dollari. Ieri aveva registrato un massimo a 120,36 dollari.

(DA LA STAMPA.IT)

lunedì 5 maggio 2008

OFFSPRING, IL SINGOLO IN ANTEPRIMA ONLINE GRATIS

È un motto, ormai: si cambia musica. Internet ha completamente sconvolto le regole dello showbiz e le star stanno facendo di tutto per cavalcare il fenomeno e non farsi fagocitare. L’ultima notizia è che persino i paladini del punk puro, quegli Offspring che dalla California hanno sparso musica di successo in tutto il globo, concedono ai fan il download gratuito del loro atteso singolo. In Italia l'anteprima viene offerta da su Virgiradioitaly.it (clicca per andare alla pagina del download)

La via era stata aperta da grandi nomi dello spettacolo. Madonna, in primo luogo. Che lo scorso autunno ha scioccato il mondo della discografia sbattendo la porta in faccia alla sua storica etichetta discografica, la Warner, per firmare un contratto di oltre cento milioni di dollari con l’agenzia di concerti Live Nation.Il suo ultimo singolo «4 minutes», per esempio, è stato venduto in tutto il mondo online (in Italia su Corriere.it.). Per la Material Girl, questo significa mani libere nella promozione e libertà di gestire la propria immagine soprattutto per quanto riguarda la televisione e soprattutto internet. Che fosse la mossa giusta al momento giusto lo dimostra la coda di star che dopo miss Ciccone si è messa in fila alla porta di Live Nation. Hanno già firmato un accordo simile gli U2 e persino il rapper Jay-Z, che è ha strappato il contratto più ricco: 150 milioni di dollari.

I big incassano, ma capiscono anche che il pubblico ha sempre meno soldi da spendere. Ecco allora la trovata: concedere (per un breve lasso di tempo) il download gratuito di una canzone o un album intero. Mossa folle? Macché, saggia: i Radiohead, band di culto britannica, hanno permesso ai fan di scaricare gratuitamente l’intero nuovo album a ottobre dell’anno scorso, due mesi prima della regolare messa in commercio del prodotto nei negozi. Il download gratuito non ha impedito al disco di entrare immediatamente ai primi posti delle classifiche di vendita. Forti di questa esperienza, martedì scorso i Coldplay, altra band britannica dal folto seguito, ha regalato on line il nuovo singolo e ha alzato la posta in gioco promettendo tre show gratuiti con biglietti sorteggiati tramite la rete. Oggi poi la notizia degli Offspring: anche i duri e puri cedono alle lusinghe del web. Né poteva essere altrimenti. Il pubblico giovane ormai scopre i propri nuovi idoli su siti come MySpace, in cui la musica è scaricabile e condivisibile. Per combattere ad armi pari con le nuove stelline musicali zampillate da internet, anche i vecchi talenti devono combattere sullo stesso terreno. A colpi di offerte speciali e download gratuito, naturalmente. Perché adesso questo è il business: regalare qualcosa per poter vendere di più.

(da corriere.it)

sabato 3 maggio 2008

IL MONDO RICORDA I GIORNALISTI: 685 SONO STATI UCCISI NEGLI ULTIMI 16 ANNI

Nel Mondo, dal 1 gennaio 1992 al 4 aprile 2008, sono stati 685 i giornalisti uccisi. Questa cifra è stata rilanciata dalla giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa e anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha lanciato il suo appello: «Una stampa libera e indipendente è uno dei fondamenti della pace e della democrazia», ha detto in un messaggio in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa, che viene celebrata sabato 3 maggio in tutto il mondo. Attaccare la libertà di stampa, secondo il segretario generale, vuol dire «attaccare il diritto internazionale, l'umanità, la libertà, e tutto ciò che le Nazioni Unite difendono». Ban ha poi lanciato «un appello a tutte le società del mondo a non risparmiare alcuno sforzo per portare di fronte alla giustizia gli autori di questi attacchi contro i giornalisti». Il messaggio di Ban segue di qualche giorno la pubblicazione della «lista nera» dei Paesi dove le uccisioni dei giornalisti non vengono punite, compilata dal Committee to Protect Journalists (Cpj). In cima alla lista ci sono Iraq, Sierra Leone e Somalia.
«Una nuova solidarietà tra gli operatori dell'informazione e l'opinione pubblica, i cittadini, in Italia e nel mondo, per difendere l'autonomia e la sicurezza di chi ha il compito difficile di raccontare la realtà»: è questo il significato che le organizzazioni internazionali dei giornalisti, a cominciare dalla Federazione mondiale (Ifj), hanno voluto dare quest'anno alla Giornata Internazionale per la libertà di stampa, voluta dall'Unesco e dalle Nazioni Unite che , secondo Paolo Serventi Longhi, membro del Comitato Esecutivo dell'International Federation of Journalists. «Pesanti minacce - come ha rilevato la Ifj - pesano sui media e le battaglie per la sicurezza, un lavoro decente e un giornalismo di qualità possono essere combattute se gli operatori della comunicazione fanno fronte comune e attuano iniziative concrete per difendere i loro diritti e quelli della gente ad essere correttamente informata».
Gravi episodi con minacce, lettere anonime, auto distrutte hanno recentemente colpito anche in Italia alcuni giornalisti come Lirio Abbate, cronista dell'Agenzia Ansa di Palermo. «Per questo - ha concluso Serventi - la Fnsi, l'Unione cronisti italiani ed altre organizzazioni hanno deciso di ricordare sabato 3 maggio in Campidoglio, alla vigilia della Giornata Internazionale per la libertà dell'Informazione, i colleghi uccisi dal terrorismo e dalle mafie, in una Giornata della Memoria che deve far riflettere il giornalismo italiano e rinnovare l'impegno alla difesa della libertà dell'informazione».

(da corriere.it)

venerdì 2 maggio 2008

LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO SEMPRE PIU' USATA DALLE RAGAZZE.

Trecentosettantamila confezioni vendute nel 2007. Cinquantamila in più rispetto all'anno precedente. La pillola del giorno dopo - nonostante l'obiezione di coscienza dei medici e dei farmacisti - è largamente utilizzata anche nel nostro Paese. In più della metà dei casi da donne molte giovani, sotto i 20 anni.
"E' bene ricordare però - precisa Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia ospedaliera), presente a Praga al X congresso della Società europea di contraccezione - che non è una soluzione di routine ma, come dice il nome di emergenza". Inoltre, sarebbe anche meglio smettere di chiamarla pillola del giorno dopo - precisa il professor Emilio Arisi, ginecologo dell'ospedale Santa Chiara di Trento - perché tanto prima si prende tanto più è efficace. Se presa entro 12 ore da un rapporto il rischio di gravidanza stimata è di 0,5, ma già a 72 ore è otto volte più elevato, il 4,1%. Il Levonorgestrel, inoltre, è stato utilizzato fino al 2006 in Francia da oltre sette milioni di donne senza alcuna segnalazione avversa. Ed ecco perché l'Organizzazione mondiale della sanità l'ha inserita nella classe di rischio 1, che vuol dire che può essere utilizzata da tutte le donne".
Il Levonorgestrel è registrato in più di cento Paesi, in poco più di sessanta viene consegnato solo su prescrizione medica. In Europa in tredici Paesi è acquistabile anche senza prescrizione e in Norvegia, Svezia e Paesi Bassi si compra liberamente anche nei drugstore. "Non siamo favorevoli alla vendita senza prescrizione - spiega il professor Vittori - il momento della prescrizione deve coincidere con un incontro che può servire a pianificare con la donna un programma di contraccezione".
Nonostante le interruzioni volontarie di gravidanza continuino a diminuire l'Italia è infatti il fanalino di coda nell'uso dei contraccettivi". Occorrono campagne di educazione nelle scuole, bisogna insegnare ai ragazzi non solo a evitare gravidanze indesiderate ma a conservare la propria fertilità e a proteggersi dalle malattie sessualmente trasmesse", conclude Maurizio Orlandella, presidente dell'Associazione ginecologi territoriali. "Ecco perché noi proponiamo la doppia protezione: con profilattico e pillola".
Pillola che continua ad essere utilizzata nel nostro Paese da poco più del 20% delle donne. Eppure ormai i dosaggi si abbassano sempre più e l'accoppiata con un progestinico di quarta generazione, il Drospirenone, permette anche di evitare l'aumento di peso. Che è poi l'unica vera preoccupazione delle donne alle quali viene proposto un contraccettivo orale.

(da repubblica.it)

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