«L’origine di tutti i mali, in America come in Europa è la par condicio che dopo l’11 settembre accorda un identico microfono alle idee più disparate, anche se spregevoli». Parla Arianna Huffington, fondatrice dell’Huffington Post, «il blog più influente al mondo», secondo il Guardian, con 10 milioni di visitatori al mese e profitti annui di 7,5 milioni di dollari (nono è Beppe Grillo, che la Huffington però ignora). «I media dipingono il mondo come una lotta tra destra e sinistra invece che tra giusto e sbagliato », teorizza la columnist di origine greca, straricca dopo il divorzio dal congressman milionario e bisex Michael Huffington, un repubblicano conservatore come lo era lei prima della «conversione liberal», alla fine degli anni ’90. Nel suo dodicesimo e ultimo libro La destra è sbagliata: come la frangia dei folli ha dirottato l’America e fatto a pezzi la Costituzione rendendoci tutti meno sicuri se la prende con star del giornalismo quali Tim Russert, Bill Kristol, David Brooks e Judith Miller.
Perché?
«Perché non dovrebbero accordare pari spazio ai due lati opposti di un argomento, quando la verità è sempre da una sola parte. È come applicare la par condicio al nazismo o ai negazionisti dell’Olocausto».
Ma la libertà di parola è il caposaldo della Costituzione.
«Strumentalizzato dalla destra per combattere sui media la sua guerra contro la scienza e la realtà, dall’effetto serra alla ricerca sulle staminali alla guerra in Iraq».
Di chi è la colpa?
«La Casa Bianca ha fatto un ottimo lavoro nel criminalizzare gli "antipatrioti" che non vanno d’accordo con lei. Veri colpevoli sono i media che per preservare l’accesso a palazzo, sono diventati stenografi del potere».
È l’espressione usata da Christopher Hitchens per descrivere Bob Woodward.
«Purtroppo l’ex eroe del Watergate è diventato l’utile idiota del giornalismo americano. Alla vigilia della guerra in Iraq, pur essendo l’unico con accesso totale a Bush, non è riuscito a vedere ciò che gli passava sotto al naso. È accecato dal potere e gli interessa di più descrivere gli orpelli della scrivania presidenziale che dissotterrare scandali».
Altri giornalisti cattivi?
«Ann Coulter: l’equivalente ultraconservatore del crack. I suoi deliranti insulti ti provocano uno sballo temporaneo ma quando l’effetto finisce precipiti in una spirale di vergogna e rimorso e hai l’anima avvelenata».
La misoginia contro Hillary Clinton: mito o realtà?
«Le donne hanno sempre più grane degli uomini. Per quanto mi riguarda ho appena scritto un editoriale dove la lodo per aver cambiato per sempre la gara presidenziale, con la sua candidatura competente e disciplinata».
Perché allora le preferisce Barack Obama?
«Perché sarebbe un nuovo capitolo per la politica Usa. Il "fattore Michelle" creato dalla destra e riproposto dai media per intorbidire le acque non esiste».
Ha esitato prima di pubblicare lo scoop sul discorso sulla razza di Obama che ha cambiato la dinamica della corsa?
«Un sito giornalistico deve offrire la verità, anche se fa male. Altrimenti saremmo un organo di partito».
E John McCain?
«Ex eroe di guerra, ex riformatore ed ex leader. Ero una sua fan sfegatata ma oggi ha venduto l’anima al demone della destra».
Dicono che il suo sito deciderà l’esito delle elezioni.
«Barack Obama non sarebbe dov’è senza Internet e in buona parte senza di noi. Me ne compiaccio».
(da corriere.it)
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