Il titolo Alitalia è stato sospeso dalle contrattazioni di Borsa in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legge che riavvia le procedure di privatizzazione della compagnia aerea. Borsa italiana fino a successivo provvedimento ha deciso di sospendere dalle negoziazioni le azioni ordinarie, le obbligazioni convertibili, i relativi strumenti derivati e anche le contrattazioni teoriche. Quindi oggi Alitalia non farà prezzo né in apertura d'asta né in chiusura come nei giorni scorsi. Poco prima della sospensione il titolo era arrivato a perdere il 2,25% sul prezzo teorico.
Il provvedimento prevede che il Consiglio dei Ministri, con propria delibera, possa individuare uno o più soggetti qualificati che, «anche nell'interesse di Alitalia, promuovano in esclusiva, per conto terzi ovvero anche in proprio, la presentazione di un'offerta, indirizzata all'azionista o alla società, finalizzata ad acquisire il controllo di Alitalia-Linee aeree italiane s.p.a. entro il termine indicato nella stessa delibera». Dalla data della delibera Alitalia «consente al soggetto individuato o a soggetti dallo stesso individuati quali interessati alla presentazione dell'offerta, previa assunzione di adeguati impegni di riservatezza, l'accesso ai dati e alle informazioni necessarie alla presentazione dell'offerta stessa».
Nel frattempo la commissione Trasporti della Camera ha approvato il decreto legge che concede il prestito-ponte ad Alitalia, riscritto dall’emendamento del governo che inserisce la norma che trasforma il prestito in patrimonio e quella che modifica le procedure di privatizzazione. L’esame sul «superdecreto» Alitalia da parte dell’Assemblea di Montecitorio riprenderà alle 19. Il voto finale, ha riferito il presidente della commissione Mario Valducci, è atteso per la giornata di giovedì. Il provvedimento passerà quindi al Senato per il via libera definitivo. Durante la riunione della commissione, l’opposizione ha presentato un emendamento, primo firmatario Michele Meta (Pd), a tutela dei livelli occupazionali della compagnia.
Sul tema Alitalia, intanto, Antonio Di Pietro attacca Berlusconi: «Bisognerebbe aprire una procedura di impeachment perché ha truffato il mercato - sostiene il leader dell'Italia dei valori - annunciando prima delle elezioni di avere una soluzione in mano». Secondo Di Pietro la condotta del premier è «di una gravità incredibile sia dal punto di vista morale che istituzionale e richiede l’intervento delle autorità di controllo nazionali ed europee». Quanto al decreto varato dal governo Prodi durante il periodo di ordinaria amministrazione prima del voto, Di Pietro puntualizza: «Abbiamo fatto il nostro dovere dando ad Alitalia un prestito-ponte perché Berlusconi diceva di avere già un acquirente per la compagnia; ha preteso 300 milioni di euro e ora li trasforma in capitale sociale», così ancora una volta «sarà Pantalone, cioè i cittadini, a pagare i debiti».
(DA CORRIERE.IT)
Parole sante quelle di Di Pietro. Dispiace che sia l'unico a denunciare quesa truffa nei confronti di noi cittadini. I 300 milioni di euro sono ormai persi nella voragine dei conti di Alitalia. E' evidente che la famigerata "cordata italiana" non esisteva.
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